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Bimba di due anniaggredita da un pitbull
Cronaca
Carcere di Asti

Ricostruita chirurgicamente la gamba all’agente penitenziario aggredito dal pit bull Totò

Riattaccata chirurgicamente la gamba all’agente penitenziario aggredito dal pit bull Totò

Un intervento delicatissimo condotto dall’équipe chirurgica del professor Alessandro Massé e dal dottor Bruno Battiston del CTO di Torino ha consentito di rimediare in parte alle gravissime lesioni riportate questa mattina da un poliziotto penitenziario in carcere ad Asti a causa di un’aggressione da parte di un pit bull.

L’agente ha subito a morsi il quasi totale distacco della gamba sinistra sotto il ginocchio; tecnicamente una subamputazione che il lavoro in sala operatoria dovrebbe aver scongiurato. Ci vorranno almeno tre mesi per capire i postumi di tale aggressione.

Totò, questo il nome del cane problematico che arriva da un canile e fa parte dell’unità cinofila del carcere astigiano.

Il poliziotto stava frequentando il VI corso di formazione per conduttori privi di cani.

Dopo l’Osapp, anche il sindacato Sappe interviene sul gravissimo episodio.

<Queste sono le conseguenze della censurabile inizitiva di addestrare cani per attività cinofila prendendoli dai canili municipali, come denunciamo da mesi – denuncia Donato Capece, segretario generale del SAPPE – i cani adottati dai canili (ma vale evidentemente anche per quelli scartati dagli allevatori) nella stragrande maggioranza dei casi, come è ovvio che sia, presentano, nel breve termine, plurime patologie fisiche quali, solo a titolo esemplificativo, displasie, artrosi delle anche e dei gomiti, ma anche disturbi del comportamento quali aggressività, fobie oltre che rilevanti carenze tecniche. In molti casi poi l’adozione e la cessione gratuita di scarti degli allevatori riguarda cani con età solitamente superiore ai due anni di vita e questo comporta maggiori difficoltà, in termini di tempi e quindi di costi, nell’addestramento del cane. Ne consegue, allora, che questa tipologia di cani viene riformata o in età giovanile o solo dopo pochi anni (in alcuni casi mesi) dal loro impiego in attività di servizio. E nemmeno sotto l’aspetto economico, poi, procedere con questo modus operandi risulta essere vantaggioso. Infatti, i quadrupedi, presentando a distanza di poco tempo, innumerevoli patologie, necessitano di ripetute cure e, dunque, l’iniziale risparmio, ammesso che ci sia, viene totalmente eroso dalle spese sostenute per l’acquisto dei medicinali e per le ripetute visite veterinarie. Senza considerare che l’Amministrazione dovrebbe ogni anno/due riaddestrare nuovi cani con costi che ognuno facilmente intende>.

Il SAPPE evidenzia che esistono <plurime relazioni di servizio redatte da parte di più istruttori cinofili di Asti aventi ad oggetto il medesimo cane di razza “pitbull” di nome “Totò”, autore della feroce aggressione, ed indirizzata all’istruttore “responsabile” del Centro di Addestramento di Asti, con le quali i predetti rappresentavano e denunciavano l’inopportunità ed inidoneità dell’animale allo svolgimento del servizio in parola. Veniva denunciata l’aggressività del cane “Totò” non solo verso il personale, ma anche verso altri cani, a cui ad uno in particolare  mordeva la zampa mentre si trovava addirittura (il cane morso) all’interno del proprio box. Ebbene – stigmatizza il Sappe – nessuna di queste relazioni è stata doverosamente presa in considerazione>.

Per Capece, quindi,  che esprime tutta la vicinanza e la solidarietà del SAPPE al collega vittima della brutale aggressione  l’auspicio è che <questo terribile accadimento possa essere un ulteriore stimolo per procedere ad una “ristrutturazione” e rinnovamento della specialità delle Unità Cinofile della Polizia Penitenziaria, iniziando proprio da una rivisitazione del suo D.M. istitutivo (già avviata dal lontano ottobre del 2020 e tuttora sospesa), adeguandolo alla migliore esperienza del nostro Servizio e di quello degli altri Corpi di Polizia dotati dei Cinofili, proprio come già sollecitato dal SAPPE>.

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