L'ultimo intervento, in ordine di tempo, è quello di mercoledì sera con vigili del fuoco e carabinieri. L'indirizzo è sempre il solito: il campo rom di via Guerra dove da due settimane si

L'ultimo intervento, in ordine di tempo, è quello di mercoledì sera con vigili del fuoco e carabinieri. L'indirizzo è sempre il solito: il campo rom di via Guerra dove da due settimane si susseguono numerosi fuochi che ricominciano a destare la preoccupazione di altri abitanti del campo nomadi e di chi, anche per lavoro, si trova nella zona circostante. Perchè a bruciare, ancora una volta, sono materiali che, durante la combustione, sprigionano sostanze altamente tossiche e inquinanti. Nei fuochi, infatti, finiscono soprattutto copertoni di gomma, oggetti in plastica, carta e cartone spessi che rilasciano i componenti degli inchiostri e diossina.

E non si parla di un unico falò ma di più fuochi accesi contemporaneamente in diversi punti del campo che creano così una vera e propria nube tossica sul resto delle roulotte. Incomprensibili le ragioni che spingono molte famiglie ad accendere i fuochi: quasi mai è per "fondere" le guaine e recuperare rame o altri metalli da vendere mentre più spesso sarebbe solo una pessima abitudine di smaltimento dei rifiuti quando arrivano ad accerchiare le roulotte. Quello di cui non si rendono conto è la pericolosità per la salute di tutti, soprattutto dei tanti bambini che vivono nel campo e che respirano quell'aria piena di sostanze tossiche.