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San Paolo Solbrito: scoppia la “guerra” dei barEsposto contro l’oratorio
Cronaca

San Paolo Solbrito: scoppia la “guerra” dei bar
Esposto contro l’oratorio

Secondo il proprietario dell’unico bar presente a San Paolo Solbirto il Circolo Anspi del paese, legato alla parrocchia, sarebbe autore di concorrenza sleale per quanto riguarda la somministrazione

Secondo il proprietario dell’unico bar presente a San Paolo Solbirto il Circolo Anspi del paese, legato alla parrocchia, sarebbe autore di concorrenza sleale per quanto riguarda la somministrazione di cibi e bevande. In un esposto inviato al sindaco, al comando Carabinieri di Villanova e all’Anspi nazionale, il proprietario del bar San Paolo Solbrito ed ex vice sindaco del paese, Giacomo Tordella, ha segnalato già ad inizio luglio “una sistematica apertura all’esterno del servizio bar aperitivo (da parte del Circolo Oratorio Andreino Sonaglia) dalle ore 16-16,30, esattamente come un bar esposto sulla via pubblica, sino alla chiusura (ore 23 circa), con una pratica di attrazione e prezzi che un bar, per i costi che deve sostenere, non può praticare”. Secondo quanto si legge nell’esposto, il circolo avrebbe iniziato con l’estate a mettere tavolini direttamente sulla via, avviando di fatto un servizio che esulerebbe dalle sue competenze e finalità e, sempre secondo l’esercente, arrecando danno alla propria attività. Passati quasi due mesi senza vedere di fatto miglioramenti, l’esercente é tornato all’attacco, questa volta distribuendo, ai propri clienti e concittadini, un volantino di denuncia, dai toni piuttosto forti, nel quale viene anche lamentato un generale menefreghismo delle autorità competenti.

Un’accusa che il sindaco Carlo Alberto Goria non accetta, ribadendo che da parte sua non c’é competenza istituzionale sul caso: “Ricevuto l’esposto ho informato la Polizia locale – spiega il sindaco – affinché verificasse l’accaduto, cosa che, ferie del personale permettendo, so essere stata fatta. Per certo é che il circolo ha subito tolto i tavolini dal marciapiede, in attesa di chiarire la situazione dal punto di vista legale. Sulla vicenda vi é infatti un problema anche interpretativo delle norme. Quel che posso dire, però, é che in un paese piccolo come il nostro servirebbe maggior dialogo e in ogni caso, essendo sia il bar che il circolo esistenti in paese praticamente da sempre, ritengo che, fatta chiarezza, non vi sia motivo per cui i due locali non debbano continuare a convivere tranquillamente”.

Dispiaciuta, ma intenzionata ad andare fino in fondo, invece, Tiziana Conforto, presidente del Circolo Anspi: “Se abbiamo sbagliato chiediamo scusa e appena chiariti i risvolti legali della vicenda procederemo a fare quanto necessario per metterci in regola. Abbiamo comunque agito in buona fede e rispettato quanto previsto dai regolamenti. Il servizio é e rimane un servizio rivolto ai soci e per di più svolto in orari decisamente ridotti rispetto a quelli di una normale attività bar. I tavolini erano stati messi fuori, su area non pubblica ma di nostra proprietà, dopo che una circolare dell’Anspi dichiarava abolita la norma che impediva tale pratica, anche se la Polizia Municipale ci ha fatto presente che in realtà non tutta la legge é stata abrogata e secondo la loro interpretazione rimane vietato lo svolgimento dell’attività all’esterno del circolo. Se così é procederemo a fare le modifiche necessarie al nostro marciapiede, al fine di renderlo idoneo a quanto prescritto e riportando quindi il  tutto alla normalità, anche se la vicenda lascia un pò di amaro in bocca in un paese dove tutti si conoscono e dove il circolo esiste e opera con finalità sociali sin dal 1978”.

Sulla vicenda il direttore dell’Ascom Confcommercio di Asti, Claudio Bruno, ribadisce che: "la posizione dell’associazione è sempre stata molto chiara e non solo per quanto riguarda i circoli, ma anche in merito alle attività svolte dalle Pro loco, dagli agriturismi e dai bed and breakfast. Tutti soggetti – precisa il direttore – che hanno scopi e finalità ben identificati, che riteniamo importanti, ma che non possono essere svolte in modo tale da creare situazioni di concorrenza sleale nei confronti di chi esercita come attività principale e prevalente quella di somministrazione, che è bene ricordare ha ben altri adempimenti e costi. Quello che non va bene e che quindi non possiamo approvare, indipendentemente da questo caso specifico, che ci auguriamo possa essere analizzato e valutato con maggior attenzione dall’amministrazione locale, é che sempre più spesso ci troviamo di fronte a situazioni incontrollabili e non controllate. Ci riferiamo ai controlli ed alle verifiche che stanno fornendo un’immagine sempre più distorta del settore, rispetto a quella reale, rappresentata dai commercianti  seri ed onesti”. Per ora la palla passa agli esperti, ma della vicenda, quasi certamente, si tornerà a parlare.

Renato Romagnoli

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