Sono arrivate ieri le tre condanne per la violenta aggressione avvenuta nel gennaio del 2022 a San Damiano, di notte, nell’area isolata in cui è riprodotta la grotta di Lourdes.
Vittima un cameriere di 22 anni, Alessandro, ignaro del fatto di essere al centro della progettazione di una rapina ai suoi danni da qualche giorno.
Il ragazzo, molto benvoluto non solo dai suoi titolari ma da tutta San Damiano che ne conosce la bontà d’animo, la schiettezza e la generosità aveva conosciuto, tramite un altro amico comune, una ragazza di Asti che, con l’occhio lungo, aveva notato come il barista avesse l’abitudine di andare in giro con molti contanti nel portafoglio.
La ragazza ne parlò con il suo entourage di amiche e amici e nacque così la sciagurata idea di rubargli il portafoglio.
Sempre lei, insieme ad altre due amiche, ha dato appuntamento al ragazzo una sera finito il suo turno al bar e insieme sono andati al bar della bocciofila dove hanno chiacchierato e proposto al ragazzo di fare una passeggiata fino alla “madonnina di Lourdes”, un luogo molto conosciuto a San Damiano sia per chi vuole raccogliersi in preghiera che per i ragazzi che spesso lo scelgono per stare un po’ in compagnia sulle panchine.
Una volta arrivati là, sono comparsi dal buio i due complici che hanno aggredito il barista, gli hanno sferrato calci, pugni e violenti colpi presumibilmente con una spranga di ferro. Poi gli hanno portato via il portafoglio contenente i contanti, il cellulare e l’automobile con la quale hanno girovagato per il resto della serata.
Lui, quasi esanime, è rimasto da solo, al buio, in un’ora in cui non c’era più nessuno in circolazione e in un luogo isolato senza la possibilità di chiamare i soccorsi. «Avevo paura ma mi sono fatto forza – ha raccontato Alessandro – Quando sono riuscito a calmarmi e a riprendere a ragionare un po’ nonostante il grande dolore alla testa e il sangue che mi usciva e che sentivo colare, mi sono reso conto che se fossi rimasto lì non mi avrebbero trovato fino al mattino. Così mi sono trascinato fino alla Casa della Salute ricordandomi che lì c’era anche la Guardia Medica e mi avrebbero curato. Appena sono arrivato – prosegue – hanno chiamato subito un’ambulanza per portarmi al Pronto Soccorso e a prendermi sono venuti volontari miei amici, con cui avevo mangiato la pizza poche ore prima. Volti che mi hanno rincuorato».
Il suo ingresso al Pronto Soccorso di Asti è stato in codice rosso, ovvero quello più grave. La foto di come appariva il suo capo tumefatto, gonfio e ricucito è stato mostrato dal suo avvocato di parte civile, Marco Calosso, durante l’udienza di stamattina.
I suoi aggressori hanno lasciato dietro moltissimi segni: le immagini delle telecamere di videosorveglianza, i passaggi dell’auto rubata al ragazzo, l’uso del bancomat e della carta di credito. Da qui i carabinieri di San Damiano sono risaliti al gruppo di cinque: delle tre ragazze, due erano minorenni e si è occupato di loro il Tribunale dei Minori di Torino. Ad Asti sotto processo solo Lisa Pisani insieme al fratello Rocco e al compagno Anthony Rivella, tutti fra i 20 e 22 anni.
A loro carico la pm Ghibaudo ha chiesto al Gup Belli la condanna a 5 anni e 5 mesi per i due uomini e 3 anni e 10 mesi per Lisa Pisani, tenuto conto della sua condotta collaborativa durante le indagini.
L’avvocato Marco Calosso, che ha dato voce all’incubo del barista, ha sottolineato come quell’aggressione potesse anche essere considerato tentato omicidio e avrebbe potuto finire ancora peggio perchè nessuno del gruppo dopo averlo visto a terra, sanguinante, al freddo e al buio, non ha pensato di soccorrerlo, anzi, gli hanno tolto ogni possibilità di chiedere aiuto.
Gli avvocati difensori hanno palleggiato le responsabilità più gravi.
L’avvocato Alessia Trinchero per Lisa Pisani ha ricordato che lei era sorella di un coimputato e compagna di vita dell’altro. «Era presente all’accordo di derubare il ragazzo, ma l’aggressione ha sorpreso anche lei che non era al corrente delle intenzioni dei due uomini».
Roberto Franco per il fratello Rocco ha invece detto che il colpo era stato organizzato da Lisa e dalle ragazzine minorenni e certo non ha fatto nulla per sfuggire alla cattura.
Anche per l’avvocato Patrizia Gambino, difensore di Rivella, sono state le ragazze a ideare il piano perchè erano loro a conoscere la vittima e loro lo avevano gisto girare con i soldi nel portafoglio. Furto poi trasceso in rapina ma la difesa ha ridimensionato anche la gravità, visto che pur essendo ricoverato in Codice Rosso, la prognosi finale fu poi di 7 giorni.
Il gup Belli ha scelto una strada di severa punizione per i tre imputati condannando Rivella e Rocco PIsani a 6 anni e 8 mesi e Lisa a 2 anni e 8 mesi. Condannati anche a risarcire i danni alla vittima con una provvisionale di 9 mila euro.
«I postumi di quella sprangata me li porto ancora addosso oggi – ha commentato Alessandro, presente alla lettura della sentenza – Tante volte, quando mi corico, ho un forte mal di testa nel punto dove sono stato colpito. Ma sono tornato a lavorare nel bar che considero come la mia famiglia e dove tutti mi vogliono bene. Anche nei giorni in cui ero ricoverato, ho ricevuto gli auguri di pronta guarigione dal presidente della Regione Cirio e quando sono tornato a casa spesso i carabinieri passavano di là per informarsi sulle mie condizioni i salute. Ho ricevuto tanta solidarietà». E a guardarlo in viso, in quegli occhi sinceri e profondi, si capisce il perchè.