Sono passati oltre sei mesi dall’aggressione che hanno subito Emanuela e Linda Pines sul pianerottolo della loro abitazione di San Damiano.
E loro chiedono a che punto sono le indagini sull’identificazione di quei quattro uomini che hanno tolto loro il sonno.
«Era febbraio, faceva freddo e fa ancora freddo nelle nostre anine turbate da un silenzio che ci fa pensare che quell’aggressione sia già stata dimenticata. Ma non da noi, che non dormiamo, che abbiamo paura di ogni rumore, che riviviamo la scena ogni volta che ci affacciamo da casa. Capisco la lentezza burocratica, ma non sarà anche dovuta al fatto che Emanuela ed io siamo unite civilmente?».
L’aggressione, l’11 febbraio, era cominciata quando al campanello di casa, aveva suonato un uomo che si era presentato come un rider di Glovo incaricato di consegnare delle pizze. Era stata Emanuela a rispondere, dicendo che non avevano ordinato pizze e che a San Damiano non esisteva il servizio di Glovo. Ma l’uomo aveva insistito, continuando a suonare, infastidendo le due donne e spaventando il cane che nel frattempo si era messo ad abbaiare.
A quel punto Emanuela era andata ad aprire per porre fine a quello che pensava essere solo uno sgradevole scherzo, ma lì è piombata in un incubo.
L’uomo, con il volto parzialmente coperto da uno scaldacollo e da un berrettino calato in testa, appena aperta la porta l’ha colpita con un pugno al naso. Stordita dal colpo inaspettato e dal dolore, la donna ha provato la via della fuga, ma lui l’ha rincorsa e quando lei è caduta per le scale l’ha raggiunta e l’ha ancora colpita con un pugno e poi con calci. E intanto si era aggiunto un secondo aggressore arrivato dalla strada.
A quel punto Linda si è resa conto di quello che stava capitando e, nonostante la sua figura esile, ha preso una mazza da baseball che era in casa ed è scesa in strada per difendere sua moglie.
I due aggressori sono scappati a piedi per raggiungere l’auto sulla quale viaggiavano altri due uomini. Quando Linda si è avvicinata ad uno di loro con la mazza, ha visto che questo estraeva una pistola per minacciarla. A quel punto Emanuela ha strappato la mazza da baseball dalle mani di Linda e ha provato a colpire il parabrezza dell’auto. L’auto con i quattro sopra è fuggita, ma le due donne hanno subito chiamato i carabinieri consegnando il numero di targa e consentendo così di raccogliere i filmati della videosorveglianza di San Damiano per ricostruire il percorso dell’auto.
Emanuela si era fatta refertare al Pronto Soccorso dove i medici avevano dettato 5 giorni di diagnosi per sospetta frattura costale, contusioni interne e vistoso ematoma all’occhio destro.
Da fonti vicine agli investigatori, arriva la rassicurazione sul fatto che la Procura si stia occupando del loro caso e le indagini siano tuttora in corso, sia sull’accertamento delle identità dei quattro che sull’automobile sulla quale sono fuggiti.
Quando, nel loro appello, parlano di “lentezza burocratica” della giustizia, si riferiscono all’altra vicenda che le vede protagoniste in tribunale, vittime e in parte coimputate in un altro episodio di aggressione avvenuto nel 2018 quando abitavano a Baldichieri.
Un processo dove i nomi sono stati noti fin da subito ma che, da allora, non è ancora riuscito a decollare a causa di assenze degli imputati e della “pausa” Covid. Arrivando al punto di collezionare ben 12 rinvii senza aver sentito un solo testimone.