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Cronaca

Schiavo del gioco d’azzardo: il racconto di un astigiano che è riuscito a smettere

La testimonianza di Paolo – In provincia di Asti “bruciati” 400 milioni in un solo anno – Il gruppo di auto aiuto per uscirne

Non gioca da tre anni

«Da tre anni non gioco più, ma mi creda, ne ho ancora voglia e ogni giorno devo resistere alla tentazione di riprovarci». A parlare è Paolo (nome di fantasia), un uomo di mezza età, astigiano, libero professionista, con una storia di dipendenza dal gioco d’azzardo che dura da quasi trent’anni.
«Ho cominciato una sera mentre mi trovavo con amici, quasi per caso, ad un casinò. Non avevo mai giocato denaro e la prima volta che l’ho fatto ho subito vinto. Tanto. A distanza di trent’anni – prosegue Paolo – ricordo ancora nettamente la scarica di adrenalina che ho provato quella sera nel vincere denaro non sudato. E da lì è iniziata la mia “storia” con il gioco».

La “sfortuna” di vincere

Paolo racconta di aver giocato di nuovo, pochi giorni dopo e di avere ancora vinto: in quelle prime due occasioni, ha portato a casa più dello stipendio che guadagnava lavorando in un mese.
«Ho cominciato ad andare al casinò almeno una volta alla settimana, a volte anche di più. Tranne quelle prime due volte in cui ho vinto tanto, nelle successive serate è molto di più quello che ho perso rispetto a quanto ho vinto».
In un momento di autocontrollo ha deciso di uscire da quel giro e si è “autodiffidato” al casinò. Una prima pausa dal gioco durata 5 anni. Intenzione faticosa, ma incrollabile.

L’arrivo delle macchinette

La forza di volontà di Paolo è stata messa a dura prova dall’arrivo delle macchinette nei bar. «Lì ci sono ricascato in pieno, ho ricominciato a giocare e a perdere ed è stata solo la vergogna di farmi vedere nei bar attaccato per ore alle slot a farmi decidere, una seconda volta, di smettere».
Seconda pausa dal gioco, questa volta durata tre anni, sempre sorretto da una grande forza di volontà.

La “piovra” ti stana

«Ma quella è una piovra che con i suoi tentacoli viene a prenderti ovunque sei. Dopo casinò e macchinette al bar, è stata la volta delle sale giochi, piene di slot di ogni genere. E’ un’isola felice, dove tutto è ovattato, i telefonini cellulari non prendono, sei in un ambiente confortevole circondato da gente come te, non devi vergognarti di quello che stai facendo e stacchi da tutto il mondo. Così, in 2 o 3 ore lì dentro fai dei tremendi danni al tuo portafoglio.»

Persi circa 500 mila euro

Mai fatto un conto di quanto perso?
«Il conto preciso no, ma una stima sì: oltre 500 mila euro mandati in fumo nel gioco, con momenti di debiti con amici e parenti e svariati prestiti da onorare con banche e finanziarie. Io guadagnavo bene, sono sempre riuscito a restituire tutto, ma è stata durissima».
Solo tre anni fa Paolo era sull’orlo del baratro dei debiti e ha trovato ancora una volta la forza di smettere. Si è fatto aiutare dal SerD che lo ha indirizzato al gruppo di mutuo aiuto. Da tre anni non si avvicina ad una macchinetta (lo strumento di gioco che maggiormente soddisfa la sua compulsività) ma ammette quanto sia duro resistere.

Il consiglio

«Da tutta la mia lunga e dolorosa esperienza traggo un solo consiglio: “Non iniziate mai a giocare, perché poi smettere è difficilissimo. Il gioco è totalizzante, si impadronisce della tua vita, dei tuoi affetti, delle tue priorità. Pensi di resistergli, invece non ci riesci e rovini tutto quello che hai costruito, in termini di sentimenti e di successo professionale. Ti porta ad un punto in cui l’unica vera ragione di vita è avvicinarti il prima possibile ad una macchinetta. Io mi ritengo fortunato perché sono riuscito a fermarmi in tempo, più volte nella mia vita. Ma ho visto tante persone rovinarsi e rovinare la famiglia».

Nell’Astigiano giocati 400 milioni di euro in un anno

Disponibili i dati forniti dall’Ires Piemonte sui volumi di denaro “investiti” nel gioco d’azzardo prima e dopo l’introduzione del distanziometro. L’analisi è di un deciso freno alle giocate: fra il 2017 e il 2018 i piemontesi hanno complessivamente diminuito di circa 150 milioni la cifra di perdite al gioco d’azzardo. Una cifra che è rimasta nelle tasche delle famiglie invece di essere dilapidata alle slot machine.
Con le norme piuttosto restrittive, Asti è la provincia piemontese che ha registrato la più alta percentuale di perdita di presenza di slot negli esercizi: 72% in meno.

Meno slot ma più on line

In diminuzione anche il volume di gioco alle slot di circa il 5% che, però, viene vanificato da un aumento del gioco on line che, nella comparazione fra il 2017 e il 2018 segna un 17% in più.
E i dati astigiani viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda.
Per quanto riguarda il gioco fisico (quello alle slot), la provincia di Asti ha registrato un -11% di giocato e un -20% di perdite nel confronto fra il 2016 e il 2018.
Il solo comune di Asti presenta percentuali dimezzate per il giocato (-5%) e un -15% delle perdite.
Stiamo comunque parlando di volumi decisamente importanti: nel solo 2018 nel comune di Asti sono stati giocati oltre 130 milioni di euro mentre in tutta la provincia ammontano a 330 milioni. Volumi più contenuti per quanto riguarda il gioco telematico (sempre nel 2018 stimato in 70 milioni per tutta la provincia e 27 milioni per il comune di Asti) ma è in netto aumento rispetto a due anni prima, segnando percentuali di incremento che sfiorano il 40%.
A conti fatti, nel corso dello scorso anno, i circa 210 mila abitanti della provincia di Asti hanno dirottato 400 milioni di euro nel gioco.
Queste sono cifre elaborate sulla base dei dati dell’Agenzia Dogane e Monopoli a cui sfuggono tutti i volumi (e le dinamiche) del gioco d’azzardo illegale.

L’indirizzo amico di chi vuole smettere

Una dipendenza che è più diffusa di quanto non si pensi e che, ad Asti, ha nel Posto Buono di via San Marco 18 un indirizzo amico per chi vuole sfuggirvi.
E’ la sede del gruppo di auto aiuto “La vita non è un gioco” per giocatori d’azzardo: attivato nel 1999 dal SerD di Asti, è diventato negli anni un importante punto di riferimento per affrontare e risolvere una dipendenza difficile da riconoscere ed accettare e per la quale, al contrario di altre, non esistono trattamenti farmacologici.

Gruppo di auto mutuo aiuto

Attualmente il gruppo è condotto da un professionista, Roberto Argenta, psicologo delle dipendenze ora in pensione ed è aperto non solo ai giocatori ma anche a chi vive con loro, terminali sofferenti di una situazione che spesso indebita l’intero nucleo famigliare.
E’ garantita la massima privacy e, nel corso delle riunioni che durano circa un’ora e mezza, si parla a turno raccontando l’esperienza della settimana precedente ascoltando i consigli degli altri. Insieme si progettano strategie per la gestione del denaro, il superamento della dipendenza e il disegno di una vita senza gioco d’azzardo. Come capita in altri gruppi di dipendenze, si contano i giorni di “sobrietà” dal gioco festeggiando insieme i traguardi raggiunti.

Esperienza comune

Nei racconti dei giocatori sono tanti i tratti comuni dell’esperienza: si inizia sempre con giocate occasionali e molto spesso nelle prime esperienze vi è una vincita che rafforza l’idea che sia possibile guadagnare giocando. Ma dopo le prime perdite non ci si ferma: si continua a giocare con l’idea di smettere solo quando saranno ripianati ma questo non avviene mai. Il “tunnel” del gioco d’azzardo ha un epilogo comune a tutti: si gioca senza più riuscire a controllare né il denaro speso e perso, né il tempo impiegato rimanendo vittime di un condizionamento così forte che il piacere di giocare diventa più importante di qualunque altro bisogno, necessità e valore.
E, visto che il gioco d’azzardo è un gioco in perdita, le persone danno prima fondo a tutte le proprie risorse economiche e poi cominciano ad indebitarsi, in un circolo vizioso che le rende sempre più vulnerabili e fragili.
Ma da quel circolo è possibile uscire e il gruppo di auto aiuto è lì per facilitare questa rinascita. Le riunioni si tengono il lunedì dalle 18,30. Per avere maggior informazioni e per partecipare al gruppo è possibile rivolgersi al SerD di via Baracca che risponde ai numeri 0141/482817 oppure 340/7285810.

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