Tre anni che sembrano una vita per la famiglia di Emanuel Marino, il ragazzo di Buttigliera d’Asti uscito di casa il 27 luglio del 2021 e mai più tornato a casa. All’epoca della sua scomparsa aveva 33 anni e forti fragilità di salute che hanno subito fatto scattare le ricerche a raggio da Buttigliera via via verso zone più ampie.
Ma di lui nessuna traccia. Anche quella del cellulare che si era portato dietro, si era persa intorno alle campagne di Villanova. Ultimo avvistamento ritenuto attendibile quello avvenuto sulla strada verso Poirino. Stessa zona in cui l’anno scorso l’Associazione Penelope aveva organizzato una battuta senza esito.
Ma la famiglia non si arrende e soprattutto la sorella Chiara continua a lavorare per diffondere la foto e le caratteristiche del fratello nella speranza che qualcuno possa farlo ritrovare.
«Le centinaia di volantini che avevamo affisso ormai sono deteriorati, ma uso soprattutto il tam tam social per rilanciare continuamente la scomparsa di mio fratello – dice Chiara – non più solo a livello italiano, ma anche su gruppi Facebook e siti specializzati a livello internazionale».
Per questo motivo qualche segnalazione continua ad arrivare.
«C’era stata una segnalazione a Cisterna di Latina, non verificata e un’altra, proprio un anno fa, in un autogrill astigiano. I carabinieri avevano acquisito le immagini di videosorveglianza e in effetti si trattava di un ragazzo molto somigliante a Emanuel. Ma non era lui e i miei genitori hanno confermato che non si trattava di mio fratello».
Ma nella massa di persone che, a furia di vederlo sui volantini, sui giornali e sui social ha comunque memorizzato il suo volto ed è sempre pronta a fare segnalazioni di possibili avvistamenti, ci sono anche gli avvoltoi che approfittano della situazione di sofferenza della famiglia.
«Poco tempo fa sono stata contattata via social da un ragazzo che, in un inglese stentato, mi ha detto che sapeva dove si trovasse mio fratello. E se avessi voluto questa informazione avrei dovuto pagare. Per fare ulteriore pressione mi ha inviato una foto di un uomo che assomigliava molto ad Emanuel anche se abbiamo capito subito che non era lui. Comunque il truffatore aveva fatto lo sforzo di cercare in rete una foto che riportasse a mio fratello. Ovviamente non ho pagato e ho fatto denuncia ai carabinieri».
Come vive una famiglia in cui pesa costantemente un’assenza ingiustificata?
«A distanza di tre anni cerchiamo di tornare alla normalità, ma ormai è impossibile – spiega Chiara anche a nome del resto della famiglia – Le forze dell’ordine hanno smesso da tempo di cercarlo e così dobbiamo continuare noi. Personalmente ho ripreso in mano la mia vita, ho trovato lavoro, famiglia ma il mio pensiero rimane sempre fisso ad Emanuel e sono convinta che prima o poi lo ritroverò. Vivo».
Perchè quello è un altro punto molto dibattuto. Molti specialisti di ricerche persone sono convinti che Emanuel non sia più vivo. Ma non Chiara.
«E’ un’eventualità che abbiamo serenamente valutato, ma a quest’ora, con tutto l’impegno messo nel cercarlo, i resti sarebbero già stati trovati. Sono anche passate tre campagne di lavorazione nei campi e nei boschi, qualcuno si sarebbe imbattuto nei suoi resti. Neppure il ritrovamento di ossa a Pralormo, che per la nostra famiglia ha segnato un momento difficilissimo, è stato risolutivo perchè non appartenevano ad Emanuel».
Chiara è convinta che Emanuel viva in qualche casolare isolato, sicuramente sotto qualcuno che ha capito le sue difficoltà a muoversi autonomamente.