C’è una svolta importante nella scomparsa di Mara Favro, la donna di 51 anni che non dà notizie di sè da marzo. La Procura due settimane fa ha trasformato la denuncia di scomparsa in indagine per omicidio ed occultamento di cadavere anche in assenza di corpo.
E oggi arriva la notizia di un passo che potrebbe aprire nuovi orizzonti nell’indagine: la Procura ha iscritto nel registro degli indagati Luca Vincenzo Milione, il figlio del titolare della pizzeria Don Ciccio di Chiomonte in cui Mara lavorava e dalla quale si è allontanata l’ultima volta che è stata vista viva e Cosimo Esposito, il pizzaiolo in servizio nello stesso locale e del quale non si hanno più notizie da giorni.
La notifica è stata fatta nelle ore scorse e per lunedì è già previsto un accertamento tecnico irripetibile alla ricerca di qualche traccia che possa dare risposte alla famiglia di Mara che è assistita dall’avvocato Roberto Saraniti e, sul fronte tecnico, dal criminologo Fabrizio Pace e dal suo staff.
Luca Vincenzo Milione è un nome noto nell’Astigiano perchè fino al 2020 ha avuto residenza nel capoluogo e in passato ha avuto guai con la giustizia per sfruttamento di prostituzione, riduzione in schiavitù e traffico di droga.
Attività, quella di sfruttamento delle ragazze, nella quale era implicata anche la moglie, di origini romene, sua complice nel reclutare donne che dalla Romania venivano portate in Italia, dotate di documenti e passaporti e avviate alla prostituzione oppure letteralmente “vendute” a sfruttatori. Fatti che risalgono dal 1999 in avanti.
Sempre i carabinieri di Asti lo avevano arrestato nel novembre del 2012 dopo averlo localizzato in Moldavia, Paese in cui si era rifugiato per sfuggire alla condanna a 10 anni inflitta dal Tribunale di Cagliari per reati di droga e sfruttamento della prostituzione.
Nella puntata di mercoledì scorso di Chi l’ha Visto?, trasmissione che ha seguito da vicino la vicenda di Mara Favro, fra gli ospiti c’era anche il padre, quel “don Ciccio” cui è intestata la pizzeria che ha voluto puntualizzare alcune imprecisioni riguarda all’assetto della proprietà del locale e ha fatto una serie di dichiarazioni per spegnere i sospetti sul figlio.