La politica cittadina è in lutto. E’ scomparso, venerdì in tarda serata, Giuseppe Aimasso, tipografo in pensione. Aveva 82 anni
La politica cittadina è in lutto. E’ scomparso, venerdì in tarda serata, Giuseppe Aimasso, tipografo in pensione. Aveva 82 anni. Persona conosciutissima, non solo in Valle Belbo, per oltre trent’anni ha legato la sua storia alle vicende amministrative cittadine e politiche provinciali. Originario dell’albese, si era trasferito a Canelli dove aveva sposato Ada Botto e avviato, dopo un’esperienza tra le rotative e le lettera al piombo de La Stampa, una fiorente tipografia.
Qui, tra le litografiche dalle quali uscivano etichette e manifesti, si consumavano spesso veri e propri vertici tra i leader di partito, decidendo strategie e cambi in giunta. Tra gli esponenti di maggior spicco della Democrazia Cristiana, a partire dagli Anni ’70 il suo nome è stato un punto di riferimento per lo Scudo Crociato locale. Segretario cittadino dei democristiani “Penna bianca”, come veniva chiamato dagli avversari per la sua candida capigliatura, più volte assessore fu protagonista con l’amico e ex sindaco Renato Branda, scomparso quattro anni fa, di memorabili scontri in consiglio comunale con Pierino Testore, allora leader del Pci, diatriba condotta sempre con lealtà ma con ardore.
Giuseppe Aimasso, più conosciuto come Beppe, lo si può definire il “padre politico” di numerosi personaggi di spicco canellesi, da Roberto Marmo sino a Marco Gabusi, che ha sostenuto con grande energia nonostante avesse abbandonato già da tempo l’impegno attivo. Fu tra i più convinti elettori di Gianni Goria, ministro e poi Presidente del Consiglio. Negli ultimi mesi un calo fisico che lo aveva obbligato al ricovero ospedaliero. Degenza dalla quale ne era uscito provato ma sempre sorridente, affabile e pronto alla battuta. Con gli amici lo si vedeva, il mattino, seduto a un tavolino del Caffè Torino a parlare di politica, la sua passione infinita.
Verve che lo portava a fare ragionamenti già sulle elezioni amministrative del 2019 individuando probabili candidature, alleanze e liste. La vita politica non lo aveva distolto dall’impegno sociale. Molto impegnato nel volontariato, era stato un attivo volontario della Croce Rossa cittadina e della Fidas premiato con la medaglia d’oro per 50 donazioni, del gruppo Alpini Ana di Canelli, del tennis club Acli di cui era stato fondatore e presidente e della Corale Polifonica di San Tommaso. Attendeva con ansia l’adunata delle penne nere ad Asti: ma la sorte non gli ha concesso di esaudire questo desiderio.
Sabato sera, durante il concerto delle corali alpine in San Tommaso, il sindaco Marco Gabusi ha ricordato, commosso, il suo impegno per la città e come “avrebbe voluto essere con noi questa sera”. Le corali della Vallecamonica e Alba gli hanno dedicato “Signore delle cime”, uno dei più famosi e struggenti canti alpini. Lascia le figlie Eleonora e Sandra, i generi Mauro Visconti e Danilo Morando, colonnello dell’aeronautica e già comandante del 31° Stormo, e le nipoti Elena e Silvia. I funerali ieri in San Tommaso.
Giovanni Vassallo