Un inizio carriera come maestra del paese e poi una vita passata da impiegata comunale impeccabile fino a quando non è arrivata l’accusa di falsa attestazione.
Ma lei, vicina alla pensione, non ci sta ad essere accusata di una cosa che ritiene assolutamente ingiusta e si sta difendendo in tribunale per dimostrare la sua versione.
Il comune è quello di Scurzolengo e alla sua impiegata la Procura è arrivata indagando su un altro caso, quello che riguardava l’accertamento della reale titolarità di una azienda agricola del paese. Nel corso di questa prima indagine, vennero prodotti una serie di atti notori che attestavano una determinata situazione: uno dei firmatari, però, una volta chiamato a confermare quanto scritto, ha detto di non essere mai andato in Municipio ad apporre la firma su quell’atto. La firma era la sua ma ha dichiarato di non averla apposta in Municipio davanti all’impiegata comunale così come risultava. E l’accusa è che il suo atto notorio firmato fosse stato raccolto da una responsabile dell’azienda che l’avrebbe portato in Municipio per farlo autenticare dall’impiegata comunale senza la presenza del firmatario. Cosa che non è legale. Per questo motivo, insieme all’impiegata difesa dall’avvocato Cardello, è imputata anche la responsabile, assistita dall’avvocato Avidano.
Nell’ultima udienza è stato sentito il firmatario dell’atto notorio “incriminato” e non è stato più così sicuro di non essere mai stato in Muncipio a firmare. A sostegno della difesa anche le testimonianze della collega dell’impiegata e del sindaco del paese i quali hanno riferito di ricordare precisamente quando l’uomo è venuto a firmare in Municipio l’atto notorio regolarmente. E questo perché, non trattandosi di un residente del paese, aveva suscitato curiosità.
Il processo riprende a giugno.