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Cronaca

Il tabaccaio rapinato mesi fa
ora è sull’orlo della chiusura

Lui è veramente disperato. Ha subito un furto qualche mese fa ed è stato picchiato dai banditi, non contenti di avergli portato via tutto. Si tratta di Giancarlo Borgognone, titolare della

Lui è veramente disperato. Ha subito un furto qualche mese fa ed è stato picchiato dai banditi, non contenti di avergli portato via tutto. Si tratta di Giancarlo Borgognone, titolare della tabaccheria di Viale alla Vittoria, tabaccheria che dal 1 gennaio 2015 potrebbe non esserci più. Vive quotidianamente con la paura di trovarsi di fronte malviventi con coltelli o con la pistola puntata verso di lui e che poi la situazione finisca male, come è successo a Manuel Bacco di corso Alba.

E' un po' il problema di tutti i tabaccai e non solo loro. Lì si paga ancora in contanti, prevalentemente, è quindi un po' di soldi nelle casse ci sono, contrariamente ad altri esercizi commerciali dove si paga con il Bancomat o la carta di credito e quindi girano solo ricevute e scontrini. «Mi sono trovato a tu per tu con i banditi -? ha raccontato Borgognone riferendosi al fatto accadutogli qualche mese fa -? ho reagito e loro mi hanno picchiato e preso tutto ciò che potevano. Però il maggior danno me lo ha creato il sistema, successivamente. Non avevo più soldi e quindi, non potendo più pagare, i Monopoli dello Stato mi hanno tolto tutto, gratta e vinci, schedine e ogni tipo di servizio. Mi hanno messo sulla strada. Non mi hanno concesso proroghe, nulla». Oltre al male anche la beffa, quindi. Quando i ladri ti svuotano il negozio e ti prendono tutti i soldi in cassa, «il Monopolio ti toglie i servizi in quanto non li puoi pagare ? dice il tabaccaio ? e anche le sigarette le devi pagare in anticipo. Ma se non hai più soldi e magari ancora qualche debito per aver rilevato il negozio, come devi fare? Mi sono rivolto alle banche. Ho bussato a sedici porte, ma nessuna mi è stata aperta. Sono disperato. Non so come fare ad andare avanti e molto probabilmente, a meno di un miracolo, dal 2015 chiuderò i battenti».

Le speranze vanno ad infrangersi contro la barriera dell'insicurezza. Poteva essere un lavoro che gli consentiva di guardare al futuro con serenità ed invece il futuro per Borgognone si è fermato quando i banditi hanno fatto irruzione nel suo negozio. «Questa città è insicura. Nessuno ci aiuta -? ha continuato Borgognone – e adesso vedrete, la stessa cosa capiterà ai familiari del tabaccaio di corso Alba. Il Monopolio chiederà i soldi e non farà sconti. Non ha mai fatto sconti». Mentre Borgognone si sta sfogando con i giornalisti, dopo la morte del giovane Manuel, sulla situazione di pericolo in cui versano i tabaccai, si avvicina Pierfranco Verrua, leghista ed ex assessore comunale (eravamo in piazza Catena) e ci dice: «Voglio fare i miei auguri di Natale per il senso di impunità che chi di dovere ha saputo infondere negli astigiani. Bravi e grazie!». La città è percorsa dallo sdegno e dallo sgomento. Nei bar, nelle piazze, per strada si sentono gli stessi discorsi. «La città è insicura, bisogna fare qualcosa, così non possiamo più andare avanti».

E così, dopo il caso di Elena Ceste, siamo nuovamente sulla bocca di tutta l'Italia, questa volta per un omicidio.

f.d.

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