Di situazioni di povertà se ne conoscono tante e, purtroppo, sono in aumento, ma qualcuno è arrivato a preferire il carcere alla propria abitazione.
E’ il caso di un astigiano, 40 anni, accusato di furto cui erano stati concessi gli arresti domiciliari nella sua casa in un paese in provincia di Asti.
L’uomo, un giorno, ha messo in valigia qualche cambio e qualche effetto personale, è uscito di casa e si è presentato alla caserma dei carabinieri chiedendo di essere portato in carcere, rinunciando dunque al “beneficio” dei domiciliari.
Il motivo? La disperazione. Il quarantenne, infatti, viveva da solo, non aveva risparmi, nessuno che lo potesse aiutare economica e non aveva un lavoro né poteva sopravvivere con impieghi saltuari in quanto, trovandosi ai domiciliari, non poteva né cercarli, né certificarli da poter ottenere il permesso per lasciare l’abitazione.
Senza soldi, non poteva far fronte al pagamento delle spese della casa e, poco per volta, gli era stato tagliato il gas e poi la luce elettrica. Addirittura procurarsi il cibo era diventato un grande problema. Al freddo, al buio e senza mangiare.
Di qui la richiesta di essere messo in carcere, dove almeno sarebbe stato al caldo, alla luce e dove avrebbe mangiato due pasti al giorno. I carabinieri e il suo difensore, l’avvocato Marco Dapino, gli hanno spiegato che le cose non erano così semplici e che, nel frattempo, il suo allontanamento da casa per recarsi alla caserma dei carabinieri gli era valsa una denuncia per evasione dai domiciliari. Nei giorni scorsi si è tenuto il processo davanti al giudice Bonisoli dove lo stesso pm ha chiesto l’assoluzione per la tenuità del fatto cui il difensore Dapino ha aggiunto anche l’argomento dello “stato di necessità”. Il giudice ha rinviato.
(Immagine di repertorio)