Divisa fra la volontà di stare vicino al marito e padre dei suoi tre figli nonostante l'atrocità confessata e quella di voler far sapere alla famiglia Fassi di essere mortificata per la
Divisa fra la volontà di stare vicino al marito e padre dei suoi tre figli nonostante l'atrocità confessata e quella di voler far sapere alla famiglia Fassi di essere mortificata per la sofferenza e il dolore arrecato dal marito con l'uccisione di Maria Luisa. Questo lo stato d'animo della moglie di Pasqualino Folletto, 46 anni, il magazziniere in carcere da una settimana dopo aver confessato di aver ucciso Maria Luisa nella sua tabaccheria all'inizio di luglio. La donna, che si è trasferita da parenti torinesi con i tre figli, ha dichiarato agli avvocati dal marito l'intenzione di voler scrivere una lunga lettera ai Fassi in cui manifestare tutta la sua angoscia per quanto accaduto e la sua vicinanza, per quanto solo virtuale, a quanto stanno passando. Ma, d'altro canto, ha già chiesto i permessi per poter incontrare il marito nella saletta colloqui del carcere di Asti, dove è rinchiuso in isolamento.
Il pm Tarditi, che con i carabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia di Asti ha condotto l'inchiesta che ha portato all'identificazione dell'omicida, ha dato l'assenso. Lei è la stessa donna che, quando qualche giorno prima dell'arresto del marito gli aveva chiesto che fine avesse fatto il grande coltello da cucina che faceva parte del set usati per far da mangiare, si era sentita rispondere da lui «Si perdono tante cose in una casa, il coltello sarà una di quelle». E proprio il coltello usato per uccidere Maria Luisa continua a non saltar fuori. Da una settimana i carabinieri lo stanno insistentemente cercando al fondo di corso Casale, dove Folletto ha raccontato di averlo buttato dopo l'omicidio, ma nonostante la battuta meticolosa e la ripulitura dell'area, ancora non è stato trovato.
Gli altri coltelli invece, quelli che completavano il set, sono stati sequestrati dai carabinieri durante una perquisizione domiciliare nell'alloggio in cui Folletto abitava, adiacente la ditta Pregno Autotrasporti presso la quale lavorava. Da quella stessa casa è stato portato via anche un paio di jeans bianchi, come quelli che l'uomo indossava la mattina dell'omicidio, così come anche ripreso dalla telecamera della pizzeria vicina alla tabaccheria. Ma sono intonsi e quasi sicuramente non sono quelli usati quella mattina. Intanto perchè non presentano alcuna macchia residua, poi perchè la moglie ha negato di aver mai lavato indumenti insanguinati e poi ancora perchè l'uomo ha dichiarato di essersi spogliato di quei vestiti e di averli bruciati per non lasciare tracce.
Folletto, in attesa di incontrare nuovamente gli avvocati Silvia Merlino e Stefano Romagnolo, ha negato di essersi presentato in ospedale, nella giornata di sabato 4 luglio quando i chirurghi tentavano di salvare la vita di Maria Luisa. A metà della prossima settimana verranno eseguiti gli esami del Ris sulla Renault Megane usata da Folletto, alla ricerca di microtracce di sangue.
Daniela Peira