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Sparatoria di San Valentino:gli arrestati non aprono bocca
Cronaca

Sparatoria di San Valentino:
gli arrestati non aprono bocca

Bocche cucite agli interrogatori di convalida per il fermo con l'accusa di tentato omicidio: si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i due fratelli albanesi, Valentin e Paulin Simoni di

Bocche cucite agli interrogatori di convalida per il fermo con l'accusa di tentato omicidio: si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i due fratelli albanesi, Valentin e Paulin Simoni di 30 e 29 anni in carcere dalla notte di domenica per la sparatoria avvenuta in corso Alfieri. Uno è in carcere ad Alessandria, l'altro in carcere a Prato dove i due sono fuggiti subito dopo il grave episodio in cui ha rischiato di perdere la vita un connazionale di 27 anni, Aldo Baho.

Baho era ad Asti da pochi giorni, ospite di alcuni parenti che già vivono in città e stava viaggiando con loro in corso Alfieri (dietro di loro viaggiava un'altra auto di amici) quando, all'altezza dell'ingresso per il parcheggio della ex caserma, l'auto è stata raggiunta da alcuni colpi esplosi dal marciapiede. Il ragazzo è sceso per capire cosa stesse succedendo ed è stato colpito a sua volta da diversi proiettili che lo hanno raggiunto al torace e alla colonna vertebrale. Gravissime le sue condizioni: è in prognosi riservata con una prospettiva di paralisi. Chi ha sparato si trovava a piedi sul marciapiede, e alcuni testimoni parlano di tre persone. Nel giro di qualche ora la Squadra Mobile di Asti ha rintracciato i fratelli Simoni, certi che siano due dei tre uomini a piedi sul marciapiede dal quale è partito il fuoco verso i passanti.

Sul movente ci sono ancora solo ipotesi, perchè gli investigatori stanno ancora lavorando nella ricostruzione dei rapporti fra i due gruppi rivali e i due arrestati, rispettivamente difesi dagli avvocati Mirate e Lamatina, non hanno fornito alcuna spiegazione. Quello che è trapelato è che fra le due bande i rapporti fossero tesi da molto tempo e la "faida" annoverasse già diversi altri episodi di grande violenza, con aggressioni reciproche finite al Pronto Soccorso per le lesioni riportate.

d.p.

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