Da lunedì prossimo l'unica strada che scende verso Bubbio non sarà percorribile per 90 giorni dal bivio per Caffi-Loazzolo sino al fondovalle. La notizia ha fatto scattare lallarme tra sindaci, amministratori e operatori economici della zona.
Lannosa querelle che da più di tre anni si trascina lungo lunica strada che dalla Valle Belbo scende verso Bubbio rischia nuovamente di paralizzare lintera Valle Bormida. E la notizia che la Cassinasco-Bubbio verrà chiusa, dal 12 novembre, per 90 giorni dal bivio per Caffi-Loazzolo sino al fondovalle, ha fatto scattare lallarme tra sindaci, amministratori e operatori economici della zona. Dopo le prese di posizione delle amministrazioni comunali che avevano scongiurato la chiusura del percorso, adesso entra in gioco chi, della strada, ne tra beneficio economico.
Portavoce del diffuso malcontento è Giovanni Filipetti, titolare del ristorante La Casa nel Bosco di Cassinasco, che ha messo nero su bianco la propria costernazione. Inviando una lettera ai responsabili politici dei Comuni della Valle Bormida in cui chiede unimmediata modifica della tempistica dei lavori programmati dalla Provincia. Nella fattispecie Filipetti chiede che gli interventi vengano eseguiti di notte. Articolato lintervento del ristoratore che ritiene «assurda e sciagurata» la chiusura totale dellarteria «in pieno periodo invernale», oltre a considerare «verosimile che i lavori si prolunghino ben oltre i 90 giorni previsti e che non saranno praticabili i percorsi alternativi secondari» se non «danneggiandoli irrimediabilmente».
Gianni Filipetti è categorico: «Chiedo che la popolazione e gli amministratori facciano unimmediata pressione sulla Provincia in modo che i lavori vengano eseguiti nella notte dalle 22 alle 6». Presa di posizione che pare aver fatto breccia anche tra i responsabili della Comunità montana Langa Astigiana Valbormida. «La chiusura totale della strada creerebbe disagi enormi agli studenti, ai lavoratori pendolari, ai numerosi automobilisti che sarebbero costretti a compiere giri interminabili e rischiosi» fanno sapere dallente di Roccaverano.