Il bilancio dell'annata appena conclusa.
La stagione dei tartufi è ufficialmente terminata con la fine di gennaio. Tempo di bilanci per i cavatori con numeri in ascesa, almeno per la quantità visto che i numeri indicano un segno più. Questultimo indicatore è stato però favorevole ai consumatori che hanno potuto apprezzare la "grattata" del pregiato Tuber Magnatum Pico a circa un terzo rispetto alla campagna precedente. E quanto emerge analizzando i dati raccolti e pubblicati dal Borsino telematico edito dal Consorzio operatori turistici di Asti e Monferrato. Lultima annata ha portato benefici allintera filiera innanzitutto per unestrazione che a livello regionale è passata da 40 a 60 quintali.
La maggior parte degli scambi è avvenuta fuori mercato (oltre 40 quintali), ma tra la ventina di piazze operanti in Piemonte quella di Asti si è confermata tra le principali e più attive, punto di riferimento sia per gli operatori nazionali che stranieri con oltre 200 chilogrammi di prodotto trattato. A seguire quella di Nizza dove gli scambi sono stati stimati in 90 chilogrammi.
I prezzi, come detto, hanno registrato una considerevole frenata con una flessione del 40% allingrosso e di oltre il 30% al dettaglio. Nello specifico i prezzi allingrosso sono passati da circa 190 euro alletto che si registravano un anno fa per tartufi di pezzatura fino ai 50 grammi, ai 118 euro della stagione appena archiviata. Per i consumatori, riferendosi alla piazza di Asti, la quotazione è passata da oltre 350 euro letto a 240.
Il tartufo nero non è stato da meno ed in questo caso i pezzi transitati sulle bancarelle delle varie fiere hanno registrato prezzi mai superiori ai 70 euro alletto, ben distante dagli oltre 100 euro del 2012. Dal punto di vista della quantità è stata stimata unestrazione a livello piemontese di circa 250 quintali.
Parallelamente il movimento dei cercatori deve registrare le possibili e prossime novità a livello istituzionale. Infatti la commissione Agricoltura della Camera ha raggiunto al suo interno unadesione condivisa sulle principali modifiche da apportare alla Legge quadro nazionale datata 1985, molte delle quali ripresentate la scorsa primavera allavvio del governo Letta dal deputato astigiano Massimo Fiorio (Pd), primo relatore e vice presidente della stessa.
Novità che dovrebbero essere illustrate dallo stesso Fiorio in un incontro programmato il 19 febbraio al palazzo della Provincia di Asti nellambito della riunione convocata dallAtam (Associazione trifulao astigiani e monferrini). Conferme per lIva (al 22%) e lauto fattura a cui è tenuto lacquirente del tartufaio, mentre dovrebbero esserci variazioni in merito che questa fattura potrà essere scaricata. Il tartufo avrà quindi una tracciabilità dovendo il commerciante acquirente indicare nellauto fattura i dati anagrafici del tartufaio e presentarla in sede di dichiarazione dei redditi. In questo modo il tartufaio perderà lanonimato in cambio, se non munito di partita Iva (come la quasi totalità), di una franchigia fino a 7 mila euro a titolo di riconoscimento spese.
Maurizio Sala