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Cronaca

Tigli superstiti sotto tutela
per evitare nuovi tagli

A due giorni dal consiglio comunale (e con la domenica di mezzo), il sindaco di Montafia Marina Conti ha già dato seguito ad almeno due degli impegni che si è presa nel confronto serrato con i

A due giorni dal consiglio comunale (e con la domenica di mezzo), il sindaco di Montafia Marina Conti ha già dato seguito ad almeno due degli impegni che si è presa nel confronto serrato con i cittadini infuriati per l’abbattimento di 22 tigli della grande alberata verso la frazione Zolfo. Una decisione presa dalla Provincia che ha avuto ricadute devastanti sulla popolazione, decisa a non lasciare nulla di intentato per verificare fino in fondo le ragioni e la fondatezza di tale piano di abbattimento. Lunedì mattina, in Municipio, era pronta la bozza per la proposta di iscrizione dei tigli superstiti alle motoseghe nel registro dei beni di notevole interesse pubblico; una soluzione che comprenderà sia le piante del viale che gli altri alberi secolari del paese di prossimo censimento. In questo modo verranno messi tutti al riparo da tagli prossimi indiscriminati.

Un altro impegno è stato anche quello di ricomprendere nell’area urbana del paese o concentrico, anche quel tratto di alberata che va dall’incrocio sulla provinciale alla fonte solforosa, oggetto dei tagli. Con una variazione formale e lo spostamento dei cartelli che indicano l’inizio dell’abitato di frazione Zolfo, è possibile chiedere alla Provincia di ripiantare altri tigli al posto di quelli abbattuti, visto che le norme consentono la compensazione forestale nei centri urbani ma non in quelli extraurbani. Sempre in tema di cartelli, verrà fatta richiesta alla Provincia di apporre cartelli di rallentamento della velocità nei tratti alberati in modo da limitare al massimo il rischio di incidenti e di conseguenze gravi nel caso si verificassero.

Lunedì mattina è partita anche una lettera dal Comune di Montafia alla Provincia di Asti per acquisire il testo integrale con gli allegati della relazione sulla base della quale il funzionario ha dato l’ordine di abbattere le piante. Si tratta della valutazione georeferenziata dello stato di salute delle alberate in tutta la Provincia predisposta nella primavera scorsa ad un esame esterno e non strumentale delle piante. Una relazione che, nel territorio di Montafia, consiglia l’abbattimento di oltre il 50% di piante ritenute pericolose non tanto per malattie endemiche (i ceppi e i tronchi rimasti sul posto infatti denotano una buona salute degli alberi), ma per le conseguenze di ripetute potature sciagurate, fatte con approssimazione e in spregio alle più elementari regole di protezione della pianta. «Il risultato – si legge nella relazione – è stata la formazione di crateri a diverse altezze che, nel tempo, conducono alla svuotamento della pianta».

Tutto questo mentre lunedì sera si è tenuta l’assemblea per la costituzione formale del Comitato di cittadini a difesa delle alberate montafiesi. Maria Vittoria Gatti, che fin dall’inizio degli abbattimenti si è spesa per fermarli, ha già annunciato che verrà chiesto il “blocco” dei tronchi abbattuti e ora nel deposito della ditta di Vignole incaricata del taglio affinchè rimangano a disposizione per eventuali analisi approfondite sia sullo stato di salute delle piante che per valutazioni di carattere economiche nel caso in cui si arrivasse alla definizione di un risarcimento dovuto. «Alcuni esperti, ad un primo esame esterno dei ceppi, hanno detto che solo 3 dei 22 alberi abbattuti erano malati» ha detto.

Daniela Peira

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