Un’indagine dei carabinieri che aveva fatto molto scalpore, nella primavera scorsa, e che aveva fatto gridare allo scandalo per il radicamento, anche nella nostra città, dei “furbetti del cartellino” all’Agenzia delle Entrate
Lassi di tempo molto esigui, assenze giustificate dal proprio incarico che prevedeva la presenza in due sedi senza obbligo di timbratura, qualche pausa sigarette di troppo, l’abitudine di parcheggiare in cortile dopo aver passato il badge, rientri con le borse della spesa non “tracciabili” e quindi non necessariamente riempite durante l’orario di lavoro.
Sono solo alcune delle motivazioni con le quali il gip Marco Dovesi ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dai pm Paone e Marchetti in riferimento alle presunte irregolarità nella timbratura del cartellino da parte di nove dipendenti dell’Agenzia delle Entrate della sede di Asti, di via Zangrandi.
Un’indagine dei carabinieri che aveva fatto molto scalpore, nella primavera scorsa, e che aveva fatto gridare allo scandalo per il radicamento, anche nella nostra città, dei “furbetti del cartellino”.
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Daniela Peira