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Cronaca
Furti e tradizioni

Tonco, rubato il “pitu” in piazza mentre i vincitori festeggiano

E’ successo domenica scorsa ma i ladri sono stati ripresi dalle telecamere di sorveglianza ed è stata fatta denuncia ai carabinieri. Appello per la restituzione

A prima vista può sembrare una goliardata o un furto da niente, ma non è così. E’ grande l’amarezza che regna nel paese di Tonco da una settimana a questa parte, quando gli organizzatori della storica Giostra del Pitu hanno scoperto che un gruppetto di ignoti si era rubato il pitu stesso subito dopo la gara mentre i vincitori del rione Annunziata stavano festeggiando.

Ma non tutto è perduto, sperano in paese, perchè le telecamere di sorveglianza pubbliche hanno ripreso tutti i momenti del furto: hanno inquadrato un gruppetto di quattro persone (che nessuno ha riconosciuto, quindi si tratta di persone estranee al paese e probabilmente anche ai paesi vicini) che si sono avvicinate alla cassetta in cui è stata riposta la riproduzione in pezza e piume del tacchino e si sono portati via tutto.

All’inizio, seppure questo gesto non abbia divertito nessuno, si pensava comunque ad una stupida goliardata di qualcuno ma con il passare dei giorni è stato evidente che i ladri non avevano nessuna intenzione di “rivendicare” il furto nè di restituire il maltolto.

Del furto sono stati portati a conoscenza i carabinieri, attraverso una denuncia e a loro sono stati consegnati i filmati scaricati dal sistema della telesorveglianza del paese per dare un aiuto alle indagini.

Fra coloro che più hanno patito questo furto vi è sicuramente Santina Cinnirella, la sarta del paese che con grande competenza, pazienza e amore per le tradizioni, ha realizzato quello che sarebbe riduttivo e ingiusto definire “pupazzo”.

E’ lei che ha attinto a tutta la sua esperienza per realizzare un simulacro che riproduca in tutto e per tutto un tacchino vero. Animale che venne utilizzato fino alla fine degli anni Novanta fra le contestazioni crescenti e vivacissime degli animalisti. Viste le tensioni che ogni edizione della storica Giostra del Pitu portava con sè e in ottemperanza alle nuove normative sulla tutela degli animali, la Prefettura ad inizio 2000 non aveva più dato il permesso per la manifestazione con l’utilizzo del tacchino vero. Cinque anni di stop con discussioni in paese e ragionamenti vari e poi, nel 2015, la Giostra ha ripreso la sua strada trovando il compromesso giusto: stesse regole di prima ma, al posto del tacchino vero appeso al cavo, una sua perfetta riproduzione in stoffa, pezza e piume realizzata da Santina per rispettare le tradizioni, gli animali e le sensibilità di tutti.

E’ rimasta una delle pochissime giostre di origine medievale sopravvissute al tempo e per Tonco non si tratta solo di una semplice gara, ma è anche un momento importante di aggregazione del paese. Anche perchè, oltre ai rimandi storici che si porta appresso, è sempre anticipata da un corteo nel quale i 7 rioni del paese (Annunziata, Portone, Piazza, Santa Maria, Stazione, Sant’Antonio e Casa Paletti) rievocano qualche aspetto della tradizione e del passato, con grande impegno dei cittadini che puntano a vincere il premio sfilata. Che quest’anno, per inciso, è andato al rione Piazza per aver scelto e ben realizzato il tema degli sport di un tempo: tambass, palla a pugno, bocce, carte e una citazione ai fratelli Giuntelli che furono grandi ciclisti, di origine tonchese.

Per tutti questi motivi, un gesto come il furto del pitu è stato vissuto come una cattiveria gratuita, un’offesa a tutti i volontari che si impegnano tutto l’anno per mantenere la tradizione nel massimo rispetto.

Rimane sempre valido l’appello ai ladri affinchè restituiscano il simulacro di tacchino, oppure lo facciano ritrovare da qualche parte. Con la preghiera, da parte dei tonchesi, di non gettarlo via o rovinarlo.

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