Uno dei primi quartieri operai di Asti, oggi è abitato da famiglie prevalentemente originarie dellAlbania e del Marocco. Tra i punti di riferimento, il circolo di piazzale Manina e quello parrocchiale, dove ci si tassa di 1,5 euro ogni volta che si gioca a bocce. «I ragazzi della parrocchia hanno animatori anche stranieri e da noi vengono sia cattolici che ortodossi che musulmani»…
E in piazzale Stefano Manina che, alla vigilia del 25 aprile, i residenti della Torretta ci accolgono per accompagnarci alla scoperta di quello che è stato uno dei primi quartieri operai di Asti. Costruito alla fine degli anni 50 per ospitare i lavoratori della Waya, della storica vetreria e poi della Saclà oggi è uno dei quartieri dove limmigrazione si è fatta vedere di più e, a fianco della 3° generazione di astigiani, vivono famiglie prevalentemente originarie dellAlbania e del Marocco. Non è un caso che la nostra visita in Torretta inizi da piazzale Manina, partigiano 26enne membro della 9ª Divisione Garibaldi, che il 25 gennaio 1944 venne processato dal Tribunale speciale delle SS di Acqui Terme e condannato a morte. Il piazzale, che si affaccia davanti allo storico Circolo Quartiere Torretta, è il punto centrale della zona la quale, idealmente, prosegue oltre corso XXV aprile per estendersi a piazzale Nostra Signora di Lourdes dove la chiesa segna il secondo punto di riferimento per tutti i cittadini (anche laici).
«La chiesa è una sorta di confine del quartiere il cui cuore è in questo piazzale» racconta Antonio Cannella, presidente del Circolo. Annesso alledificio, dove fino allo scorso anno aveva sede anche il Consiglio di circoscrizione, cè un piccolo ambulatorio della Croce Rossa dove tutti i giorni alle 18.30 (esclusa la domenica) uninfermiera assiste chi ha bisogno di cure generiche, medicazioni o fare delle punture. Il Circolo è uno dei luoghi dove gli anziani si incontrano per discutere, giocare a carte, leggere il giornale osservando intorno a loro gli evidenti cambiamenti che hanno interessato il quartiere. «Una volta per indicare questa zona segnalavamo la farmacia comunale come punto di riferimento – ricorda uno dei residenti – Invece adesso diciamo di seguire le torri gemelle davanti allEsselunga». Se il Circolo Quartiere Torretta può essere visto come il punto di incontro laico della zona non si può parlare della Torretta senza accennare allaltro importantissimo punto di socializzazione: il Circolo don Bosticco e la parrocchia Nostra Signora di Lourdes.
Il Circolo intitolato a don Bosticco (parroco della Torretta dal 1958 al 2001) è sorto su quella che nel quartiere era conosciuta come "la baracca", una prima struttura sociale aperta ai cittadini e gestita dallo stesso sacerdote. Oggi il circolo conta 200 soci e, da quasi 7 anni, ne è gestore Giuseppe Manguso. Il circolo è un luogo dove giovani e pensionati vivono fianco a fianco dove si può giocare a calcio, basket, carte o fare altri sport, tra cui le bocce nella modernissima bocciofila diretta da Adriano Cirio. «Qui facciamo gare nelle categorie C e D e giochiamo il mercoledì e giovedì sera – spiega Cirio – Abbiamo inaugurato la struttura nel 2011 che è stata costruita con un finanziamento regionale e accendendo un mutuo. Ogni volta che giochiamo ci autotassiamo di 1,5 euro così possiamo mantenerla in funzione». Dario Gai è lo storico allenatore di calcio che è in Torretta da 30 anni. «Il sabato pomeriggio questo posto è pieno di ragazzi che frequentano loratorio – ci spiega – ed è veramente una grande opportunità per loro e per chi ha voglia di fare sport».
La Torretta ha sempre avuto una forte presenza di educatori e di volontari impegnati nel sociale che ne hanno fatto un interessante "laboratorio" di idee e progetti dedicati ai più giovani. Mario Malandrone è cresciuto in questi progetti, è diventano a sua volta educatore e da sempre ne riconosce limportanza, oggi ancora di più data la caratteristica multietnica del quartiere. «Negli anni 90 cerano tantissimi giovani di Asti che venivano apposta "in Torretta" perché qui cera unofferta socio-educativa che altrove non cera» ricorda Malandrone. La Torretta ha anche visto nascere, nel 2001, la Rete astigiana contro il G8 (fu fondata nel teatro parrocchiale) poi diventata Asti Social Forum. Celestina Gai lavora nel Centro di ascolto della parrocchia da oltre 11 anni e ha visto come lintegrazione del quartiere sia andata anche oltre le differenze religiose. «I ragazzi della parrocchia hanno animatori anche stranieri e da noi vengono sia cattolici che ortodossi che musulmani. Loratorio è aperto tutti i sabati e lattività prosegue nella polisportiva nel Circolo don Bosticco».
E si torna quindi a piazzale Manina, cuore della Torretta laica che ha una forte connotazione sociale, soprattutto verso gli anziani. I soci del Circolo Torretta hanno rinnovato una tradizione piuttosto curiosa: ogni anno pagano un pranzo al ristorante per una ventina di anziani autosufficienti della Casa di Riposo. «Questo è un quartiere dove gli anziani si aiutano tra loro e dove comunque cè tranquillità – racconta il barista Pasqualino Muscillo, da 28 anni nel locale che si affaccia sul piazzale della Chiesa, oggi noto come Il Caffè – Abito nel quartiere da quando avevo 2 anni, una volta aveva connotazioni molto più popolari, un quartiere di chi ha sempre lavorato, di operai, sebbene oggi le nuove generazioni abbiano anche preso strade differenti». La Torretta è comunque in forte espansione grazie a progetti edificatori come strada Laverdina: dove una volta cera una collina oggi ci sono condomini, villette, case dellATC ma manca ancora la strada asfaltata che è da tempo al centro di una polemica tra Comune e Consortile.
«Purtroppo questa storia va avanti da anni e ancora non si sa quando riusciremo a vedere asfaltata la strada – commenta Carlo Vespa, uno dei residenti – Fortunatamente ci hanno dato lilluminazione ma qui, quando piove, è un vero disastro. Senza considerare la polvere e la terra che si alza dal battuto. Io ho dovuto comprare unasciugatrice perché è impossibile stendere i panni dal balcone». Vespa ci mostra una serie di cantieri che sembrano fermi e la prosecuzione della strada la quale, una volta terminata, si collegherà a corso Ivrea a ridosso dellex ferrovia. Per la Torretta si attende comunque un futuro di profondi cambiamenti strutturali con un considerevole incremento di servizi per i cittadini. Il quartiere è infatti interamente coinvolto dal PISU, un piano di sviluppo urbano che dovrebbe portare piste ciclabili, wi-fi, aree giochi, più aree verdi e altre migliorie volte a far diventare la Torretta uno dei più moderni quartieri del capoluogo.
Riccardo Santagati