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Cronaca

Tribunale di Asti, prove di distensione fra avvocati e giudici

Gli avvocati revocano lo stato di agitazione dopo la sentenza emessa senza arringa

Assemblea del Consiglio dell’Ordine

Prove tecniche di distensione fra il mondo dell’avvocatura astigiana e i magistrati in servizio nel nostro tribunale.
L’accesa assemblea straordinaria del Consiglio dell’Ordine degli avvocati che si è tenuta ieri pomeriggio, è confluita in una delibera nella quale è stato revocato lo stato di agitazione della categoria che era stato proclamato l’8 gennaio.
I fatti sono ormai noti e risalgono ad un gravissimo fatto accaduto in aula di tribunale il 18 dicembre scorso quando il collegio di giudici formato da Amerio presidente, a latere Beconi e Bertolino ha dettato una sentenza prima che il difensore dell’imputato facesse la sua arringa.
La prima a far trapelare la notizia con toni di fortissima critica all’operato dei giudici astigiani fu la Camera Penale del Piemonte con una nota stampa molto dura. Altro comunicato arrivò dalla Camera Penale di Asti congiuntamente al Consiglio dell’Ordine: quello in cui venne proclamato lo stato di agitazione con possibilità di arrivare all’astensione.
A questi attacchi risposero i magistrati astigiani con una ammissione della gravità dell’errore ma ricordando contestualmente l’efficienza, la competenza e la professionalità sempre praticate in aula di giustizia.
L’apice dello scontro è avvenuto negli ultimi dieci giorni a seguito di una lettera della Camera Penale di Torino indirizzata ai tre giudici astigiani “invitati” a trasferirsi dai loro incarichi per evidente “incompatibilità ambientale”. Tenendo conto che il presidente di quel collegio, il giudice Amerio, già dalla scorsa settimana ha lasciato Asti per la Corte d’Appello di Torino.
Proprio il suo trasferimento, in aggiunta alle scuse del Presidente del Tribunale a tutta l’Avvocatura astigiana e l’avvio dei procedimenti per accertare eventuali responsabilità compresa la trasmissione da parte di Ordine e Camera Penale delle dichiarazioni di quanto accaduto il 18 dicembre da parte delle persone presenti in aula al Procuratore Generale della Corte di Cassazione e al Procuratore della Repubblica di Milano, hanno contribuito a far maturare la decisione di desistere dallo stato di agitazione.

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