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Cronaca
Tribunale

Truffatori intercettavano le fatture via mail e si facevano versare il saldo sul loro conto corrente

Si infiltravano nella posta elettronica delle aziende e modificano i numeri di Iban in modo da farsi pagare le fatture dei clienti

Un conto corrente regolarmente acceso alla Cassa di Risparmio di Asti ha fatto incardinare nel nostro tribunale un processo per truffa informatica che presuppone altissime capacità di infiltrazione degli hackers nella posta elettronica di aziende.
Imputato è un genovese che avrebbe agito per conto di un’organizzazione dedita alle truffe informatiche. Lui aveva il compito di reclutare persone fragili e in difficoltà economiche alle quali chiedere, dietro compenso di qualche decina di euro, di accendere conti correnti bancari a loro nome.

Gli hackers prendevano di mira un’azienda, si infiltravano nella sua posta elettronica e quando partivano mail contenenti le fatture regolarmente spiccate ai clienti con gli estremi Iban per il pagamento, modificavano il numero di conto corrente. In questo modo i clienti ricevevano una mail che sembrava in tutto e per tutto provenire dall’azienda e provvedevano a pagare senza sapere che stavano invece versando i soldi sul conto dell’organizzazione. Con un doppio danno, perché tutti hanno dovuto poi ripagare le fatture all’azienda che aveva fornito i servizi. E’ quanto accaduto, ad esempio, a due catanesi che si sono costituiti parte civile e hanno denunciato di aver versato un totale di circa 10 mila euro su un Iban che si è rivelato diverso da quello dell’azienda cui dovevano questi soldi. L’Iban corrispondeva ad un conto corrente della Cassa di Risparmio di Asti acceso da un pensionato di 70 anni di Castellamonte che per 100 euro ha messo il suo nome a disposizione su richiesta del genovese. Quest’ultimo, difeso dall’avvocato Florio, ha dichiarato di non conoscere le finalità truffaldine di tale richiesta, perché, a sua volta, aveva solo aiutato un collega a trovare dei prestanome con la scusa che non voleva far sapere alla sua famiglia di dover ricevere del denaro extra. L’avvocato Florio ha sollevato un’eccezione sulla produzione di tabulati telefonici da parte del pm invocando una recente sentenza della Corte Europea secondo la quale devono essere autorizzati dal Gip e solo in presenza di reati gravi.

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