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Truffe agli anziani: i carabinieri, partendo da una Giulietta bianca, arrivano alla famiglia di “falsi tecnici dell’acquedotto” accusata di aver razziato almeno 50 mila euro fra soldi e gioielli

Padre e due figli localizzati nei pressi di almeno sedici case in cui i finti tecnici dell’acquedotto hanno disorientato le vittime e rubato soldi e gioielli

Sono stati appena divulgati alcuni dettagli dell’operazione che questa mattina giovedì, ha portato i carabinieri del Gruppo provinciale di Asti ad eseguire tre arresti: Orlando Laforè, 59 anni e i figli Bruno ed Alessandro Massa rispettivamente di 35 e 30 anni. Sono tutti domiciliati al campo nomadi di Carmagnola, ma stamattina solo Bruno si trovava lì mentre il padre e il fratello sono stati rintracciati a Torino, a casa di alcuni conoscenti.

Grave le accuse a loro contestate: associazione a delinque per furti e rapine in abitazione ai danni di persone anziane.

Finora sono stati contestati loro sedici colpi ma i carabinieri, che hanno lavorato diversi mesi all’indagine, sono convinti che siano autori di ben più episodi, alcuni dei quali neppure denunciati dalle vittime per un senso di vergogna.

Vivevano fra Carmagnola e Torino e colpivano nell’Astigiano, nel Torinese, nel Cuneese e anche fuori regione (sono stati contestati loro episodi a Castagnole Lanze, Cervasca, Susa, Orbassano, Cremona, Novello tanto per citarne alcuni), in Lombardia ed Emilia Romagna, ma il modus operandi era sempre lo stesso ed è da Montiglio Monferrato che è partita l’indagine.

Due di loro si presentavano alla porta di persone anziane e sole dicendo di essere tecnici dell’acquedotto incaricati di fare un controllo urgente perchè, nei tubi, era stata rilevata una sostanza particolarmente pericolosa per le persone e per gli oggetti in oro e per la filigrana delle banconote. Convincevano le persone a radunare tutti i soldi e i preziosi in un sacchetto sul tavolo e poi si facevano accompagnare in un bagno di casa per verificare le tubature; una volta dentro spruzzavano dei gas urticanti, di quelli usati per l’autodifesa e, approfittando della confusione e del malessere delle vittime, si dileguavano non senza aver afferrato il sacchetto prezioso.

Fuori ad aspettarli il terzo complice, sull’auto. E proprio questa è stata il primo tassello individuato dal giovane maresciallo Andrea Gnani, comandante della stazione carabinieri di Montiglio Monferrato dopo aver ricevuto una serie di denunce di anziani truffati in questo modo.

Grazie alle telecamere di videosorveglianza, con dati incrociati, lui e i suoi uomini sono riusciti ad individuare un elemento comune presente su tutti i luoghi in cui si sono verificate le truffe: la presenza di una Giulietta bianca, modello Quadrifoglio. La targa non poteva aiutarli, perchè era falsa, creata ad hoc con numeri e lettere adesive realmente assegnati ad un’auto di uguale marca e modello. Tutto per rallentare le indagini.

Ma non è bastato per fermare i carabinieri che hanno diramato in tutte le caserme le informazioni raccolte sull’auto, compresa la presenza ripetuta di un Arbre Magique giallo, ricevendo dai colleghi di Carmagnola la conferma che quella stessa auto era spesso parcheggiata al campo di Carmagnola e in uso ad un gruppo di uomini non nuovi a questo tipo di accuse.

E’ stato il bandolo della matassa che ha consentito di mettere la Giulietta al centro delle indagini dei carabinieri che hanno accertato come fosse sempre presente vicino alle case di anziani che hanno subito le visite dei falsi tecnici dell’acquedotto. I successivi accertamenti hanno permesso di dare nome e cognome al terzetto che abitualmente si spostava in tutto il Nord Italia sulla Giulietta fino a raccogliere sufficienti elementi per spingere il pm Masia a chiedere ed ottenere dal gip Di Naro gli arresti eseguiti questa mattina.

«Sono particolarmente orgoglioso del lavoro fatto dai colleghi coordinati dal tenente La Viola, comandante del Nucleo Investigativo di Asti – ha detto il ten. col. Vittorio Balbo, comandante del Reparto Operativo – perchè perchè va ad incidere su un reato così odioso come quello che ha come vittime persone anziane e fragili. Il grande coinvolgimento delle stazioni nei paesi e delle Compagnie sono state inoltre un esempio di come la capillarità dell’Arma porti a risultati che, con la sola tecnologia, sarebbero stati impensabili. Abbiamo motivo di ritenere che, oltre ai 16 episodi contestati ai tre uomini, ve ne siano molti altri che però, in questa fase, non possiamo attribuire con un ragionevole grado di certezza agli arrestati. Per questo rivolgiamo un appello a tutte le vittime di quelle che vengono conosciute come “truffe agli anziani”, anche se impropriamente, affinchè si facciano avanti e denuncino».

A margine della conferenza stampa anche un’informazione che rende giustizia al grande lavoro di informazione e sensibilizzazione fatto dall’Arma in questi anni per mettere in guardia gli anziani da questi fenomeni: molti, infatti, sono stati gli anziani raggiunti dai tre arrestati che non hanno loro aperto la porta di casa o che in casa non tenenvano nè oro nè gioielli, come consigliato durante i tanti incontri sulla prevenzione fatti con i cittadini.

I bottini rilevati nei 16 casi contestati vanno da poche centinaia di euro ad uno, nel Cuneese, in cui all’anziana sono stati portati via 7 mila euro in contanti, tutti i risparmi di una vita, e l’oro di famiglia. In un altro caso sono stati rubati la fede nuziale del marito ad una vedova che ha perso così l’unico ricordo materiale dello sposo di una vita.

Durante le perquisizioni che si sono tenute stamattina contestualmente agli arresti, la Giulietta bianca, intestata formalmente alla moglie di uno dei due figli di Laforè, non è più stata ritrovata ma nella disponibilità della steffa magilia è stata rinvenuta una Ford Focus blu.

Sopra sono state trovate radio ricetrasmittenti, usate durante i colpi per eludere le intercettazioni dei cellulari, cappellini con la visiera particolarmente lunga per coprire in parte il viso (e, insieme alle mascherine chirurgiche per impedire ogni futuro eventuale riconoscimento) e alcune bombolette di spray urticante.

La Focus, come anche la Giulietta bianca, è un’auto particolarmente prestante dal punto di vista della potenza motore, utile per le fughe dai posti di controllo dei carabinieri e per smarcarsi da eventuali inseguimenti.

 

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