Nella mattinata di martedì i Carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Villanova dAsti, coadiuvati dai colleghi di Roccella Jonica (Rc) e di Ivrea (To), hanno dato esecuzione a 19
Nella mattinata di martedì i Carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Villanova dAsti, coadiuvati dai colleghi di Roccella Jonica (Rc) e di Ivrea (To), hanno dato esecuzione a 19 ordinanze di custodia cautelare di cui 16 in carcere e 3 ordinanze di sottoposizione agli arresti domiciliari, emesse dal Gip del tribunale di Ivrea nei confronti dei pregiudicati. Bruno Antonucci (51enne di Pont Canavese, To), Ippolito Mesoraca (62enne di Rivarolo Canavese, To), Sabrina Mesoraca (23enne di Rivarolo C.se, To), Yohan Mathias Hedge (32enne delle Mauritius ma residente a Castellamonte, To), Lamberto Conto (43enne di Torino), Andrea Grosso (41enne di Castellamonte), Cosimo Damiano Mesoraca (40enne di Marina di Gioiosa Jonica, Rc), Cosimo Bevilacqua (45enne di Marina di Gioiosa Jonica già sottoposto a sorveglianza speciale), Elisabetta Preda (44enne di Rivarolo Canavese, To, già sottoposta ai domiciliari).
Manette anche per Maria Bevilacqua (47enne di Rivarolo C.se), Francesco Carabetta (33enne di Rivara, To), Stefania Mesoraca (24enne di Rivara già sottoposta ai domiciliari), Letizia Mesoraca (25enne di Rivarolo C.se sottoposta ai domiciliari), Deina Giolitto (42enne di Rivarolo C.se), Gianluca Abate (28enne di Rossano, Cs), Egidio Cardone (64enne di San Giorgio Lucano, Mt), Giuseppe Pace (47enne di Rivarolo C.se), Demis Pace (35enne di Rivarolo C.se) e Domenica Vironda (42enne di Cuorgnè, To).
Gli arrestati sono responsabili di centinaia di truffe in tutta Italia perpetrate in oltre dieci anni di attività utilizzando assegni a vuoto/falsi per acquistare beni di varia natura (alimenti, auto di grossa cilindrata, elettrodomestici, gioielli etc.) o per pagare cure odontoiatriche o prestazioni professionali di liberi professionisti. I loro assegni erano intestati a persone fisiche o giuridiche fantasma e i beni acquistati venivano successivamente rivenduti ed il profitto spartito tra gli associati.
La truffa consisteva nellindividuare inserzioni di vendita poste sui principali siti di e-commerce, contattare il venditore sotto falso nome con modalità tali da indurlo a ritenere un reale interesse nellacquisto del bene, contrattare sul prezzo di acquisto, far emergere lintenzione di pagarlo con denaro proprio e riferire successivamente di trovarsi in località distante rispetto al luogo di vendita. Nel caso invece di truffa sui veicoli, veniva organizzato un appuntamento con il proprietario del mezzo per lautentica della firma sul certificato di proprietà, finalizzato alla vendita del mezzo, da effettuarsi presso lufficio anagrafe comunale comodo al proprietario e saldandogli contestualmente il corrispettivo con assegno circolare contraffatto.
In realtà il membro del sodalizio che di volta in volta effettuava le operazioni di acquisto del mezzo di fatto intestava il veicolo a se stesso, fornendo il suo documento didentità autentico, riportante però un indirizzo di residenza presso cui in realtà non era reperibile. Con questa tecnica il gruppo era riuscito ad impossessarsi di autovetture di grossa cilindrata quali Bmw X3, Bmw X5, Audi A3, Audi Q7 ecc., e dopo averle ritirate dai venditori, per lo più soggetti privati, le portavano immediatamente in alcuni depositi di Torino, di proprietà di alcuni soggetti del sodalizio criminoso e venivano nella stessa giornata riciclate per lesportazione in Francia o in Marocco mediante la procedura di radiazione delle targhe per esportazione allestero, oppure ancora cedute a soggetti che, dopo averle radiate dal PRA italiano, le esportavano nellest europeo (principalmente in Bulgaria).
Lattività dindagine, oltre che a ricostruire lintera gerarchia del sodalizio criminale, con i ruoli dei singoli soggetti nonché ad individuare il cassiere ed il falsario, a casa del quale sono stati sequestrati computer, stampanti e carta per riprodurre fedelmente assegni, ha consentito di attribuire al gruppo la commissione di almeno 236 reati per proventi complessivi di circa 2 milioni di euro, deferendoli allautorità giudiziaria per associazione a delinquere finalizzata a truffa, ricettazione, sostituzione di persona, contraffazione di titolo di credito, uso del titolo contraffatto, falsità di atti aventi valore di pubblica autenticazione (contraffazione tagliando assicurativo), uso degli atti falsi, riciclaggio nazionale ed internazionale di veicoli.