Le lamentele non sono mancate da parte dei cittadini e dei sindaci, ma il percorso di "riduzione" intrapreso dalle Poste Italiane è proseguito senza interruzioni. In effetti, da lunedì
Le lamentele non sono mancate da parte dei cittadini e dei sindaci, ma il percorso di "riduzione" intrapreso dalle Poste Italiane è proseguito senza interruzioni. In effetti, da lunedì scorso, in dodici uffici postali della provincia i giorni di apertura al pubblico sono stati ridotti e in un caso l'ufficio è stato addirittura chiuso. La chiusura riguarda l'ufficio di Montemarzo, dove lo sportello era a disposizione degli abitanti già solo per tre giorni la settimana. Ora tutti dovranno fare tre chilometri di strada per spedire la corrispondenza, in quanto l'ufficio postale più comodo è quello di Azzano, aperto per tre giorni la settimana.
I Comuni "ridotti"
I giorni di apertura sono passati da sei a tre a Robella, Casorzo, Cunico, Berzano San Pietro, Grazzano, Rocchetta Palafea, Castelnuovo Calcea, Fontanile, Castel Rocchero. Ridotti i giorni di apertura anche a Roccaverano, passati da sei a quattro, mentre a Bruno e Maranzana sono stati ridotti da quattro a tre.
Questa razionalizzazione, se da un lato consente alle Poste di recuperare personale, dall'altro crea un disagio notevole alla popolazione, soprattutto quella anziana, che ha difficoltà a spostarsi (in qualche caso non può proprio farlo) ed è costretta comunque a cambiare le proprie abitudini.
Piano ultimato
Con questa operazione, la razionalizzazione sarà ultimata, oppure nei prossimi mesi i provvedimenti si estenderanno anche ad altri uffici? I sindacati sono in allarme, come anche i cittadini. Ma a fugare ogni dubbio è Antonio Sgroi, reponsabile dell'Ufficio comunicazione delle Poste, il quale afferma che "il piano di contenimento è stato ultimato, quindi non ci saranno altri interventi. Poi, per prevedere il futuro ci vorrebbe la sfera magica". A Castagnole Lanze si parlava della chiusura dell'ufficio postale. Per ora rimarrà a disposizione dei compaesani per due giorni la settimana, poi cosa capiterà? Fino ad una decina di anni fa gli uffici postali erano 131, oggi si sono ridotti a 120 e una buona parte funziona a "scarto ridotto". Anche i dipendenti hanno subito una consistente contrazione. Sono passati da 400 a 232 ed i venti pensionamenti previsti entro la fine dell'anno, molto probabilmente non verranno rimpiazzati o comunque non tutti. Anche in questo caso Antonio Sgroi ci viene in soccorso affermando che il "personale deve sempre essere adeguato alla pianta organica, in quanto non si possono lasciare uffici sguarniti", lasciando qualche speranza a quanti vorrebbero un posto di lavoro alle poste.
Servizio in calo?
Ma oggi com'è la qualità del servizio? Questa progressiva riduzione di uffici e personale ha portato ad un peggioramento del rapporto con l'utenza? A vantaggio delle società private? Secondo i cittadini sì. Il servizio postale è peggiorato, le aperture a singhiozzo creano disagi e negli uffici cittadini crescono le code e le attese, ovviamente a vantaggio dei corrieri privati che offrono un servizio capillare e a costi ancora molto contenuti. In ogni caso "la riforma andava fatta ? ha concluso Antonio Sgroi ? Ci siamo adeguati al decreto del 2008 emesso da Scajola, aggiornato da quello più restrittivo dell'Agicom emanato lo scorso anno. L'obiettivo è stato quello di ridurre il personale mantenendo comunque in funzione l'ufficio postale in ogni comune".
Flavio Duretto