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Una serra di marijuana nell'appartamentoArrestato 23enne, denunciata la madre
Cronaca

Una serra di marijuana nell'appartamento
Arrestato 23enne, denunciata la madre

L'hanno chiamata “Grow box”, l'operazione con cui la polizia di Asti ha scoperto una coltivazione di piante di marijuana in un appartamento nei pressi della stazione. Piante

L'hanno chiamata “Grow box”, l'operazione con cui la polizia di Asti ha scoperto una coltivazione di piante di marijuana in un appartamento nei pressi della stazione. Piante “modificate” al fine di ottenere una maggiore “qualità” dal punto di vista del principio attivo dello stupefacente. La Squadra mobile ha avviato l'attività investigativa, attraverso anche diversi appostamenti, finché gli uomini della sezione guidata dal sovrintendente Luca Lamberti hanno fatto irruzione in casa, arrestando un 23enne che vive con la mamma.

Si tratta di Michele Gramaglia, disoccupato ed incensurato. I dettagli dell'operazione sono stati illustrati in Questura alla presenza dello stesso Questore Filippo Claudio Di Francesco. Gli investigatori, nel corso dell'attività investigativa, avevano anche notato fuoriuscire da una finestra un tubo flessibile in alluminio, del tutto simile a quello utilizzato dai climatizzatori portatili, che, data la stagione, non era giustificabile, così come le tapparelle perennemente chiuse. Inoltre, il forte odore prodotto dalle resine delle piante di marijuana si sentiva fin dal portone del palazzo.

«Tre delle cinque stanze erano state destinate e attrezzate, con materiali professionali, alla coltivazione della marijuana. Una stanza era stata adibita alla coltivazione di 33 piante, attraverso un tendone professionale Grow Box, fornito di telo riflettente che permette la rifrazione della luce del 98%, provvisto di lampade a spettro di color arancione, ad alta pressione, munite di riflettori per l’accrescimento dei vegetali. La ventilazione era garantita da ventilatori interni, mentre l’immissione di aria avveniva tramite il tubo flessibile in alluminio avvistato dagli investigatori e visibile dall'esterno. L’irrigazione, la temperatura e l’umidità erano prodotti e tenuti sotto controllo per mezzo di strumenti professionali.

Le piante erano contenute in vasi di tessuto geotessile, per la massima traspirazione, mentre la crescita veniva favorita con fertilizzanti e stimolatori di fioritura – spiegano i poliziotti che hanno condotto l'intervento – Il ragazzo aveva anche creato dei “cloni”, le cosiddette “talee”, prelevando rami di piante vive, posti a radicare in vaso per la successiva crescita, ottenendo così piante con medesime caratteristiche, per resa e qualità, di quella originale, a differenza della pianta da seme di cui le caratteristiche rimangono ignote. Lo sgabuzzino veniva impiegato come essiccatoio ed erano presenti oltre 300 grammi di foglie provenienti dalla parziale potatura di tre piante.

Nella stanza da letto era presente una scrivania attrezzata per la preparazione, misurazione del peso e confezionamento dello stupefacente, allestita con materiale vario, tra cui computer, alcool al 95% per ricavare il principio attivo THC, forbici, sacchetti, rullo di cellophane, barattoli etichettati ed un bilancino di precisione. Abbiamo sequestrato anche due confezioni in cellophane contenenti marijuana, pronte, riteniamo, per la vendita, e numerosi semi conservati. Il tasso di principio attivo delle foglie sarà, con ogni probabilità, elevato grazie alle tecniche di coltivazione e prodotti utilizzati, e in considerazione della documentazione presente nella stanza dell’arrestato dalla quale si evince una previsione di circa 18/20 % di THC».

Il valore delle piante sequestrate potrebbe fruttare denaro per circa 20 mila euro. La mamma del giovane è stata denunciata. Sottolineano inoltre dalla Questura: «Come giustificazione all'attività illecita da noi scoperta, i due avrebbero addirittura fatto cenno alla mancanza di lavoro».

Marta Martiner Testa

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