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Cronaca

Uomini che maltrattano le loro donne: quattro casi in pochi giorni

Due condanne in tribunale e due arresti da parte di carabinieri e Polizia

Tre anni e 3 mesi di condanna

La violenza in famiglia non smette di affollare le cronache locali. Solo nell’ultima settimana, sono stati quattro i casi, fra processi e arresti, che avevano per contendenti ex mariti ed ex mogli.
A partire da due sentenze con condanne molto simili che hanno riguardato entrambe uomini sotto processo per aver maltrattato le loro compagne di vita.
In entrambi i casi non segnaleremo le generalità complete degli imputati perchè hanno figli ancora minori che sono stati vittime di violenza assistita in casa.
A. N., 49 anni, è stato condannato a 3 anni e 3 mesi dal giudice Bertolino (contro i 6 anni chiesti dal pm Sorasio) per una lunga serie di episodi che, nel corso degli anni, hanno avuto per vittima la moglie. Un uomo descritto da tutti i testimoni come particolarmente nervoso e incline alla rabbia dalla quale non usciva se non mettendo le mani addosso alla donna che, nel frattempo, gli aveva dato anche un figlio spesso testimone delle violenze.
Nel capo di imputazione si parla di aggressioni violente alla donna, sia fra le mura domestiche che in pubblico (in un caso anche sul luogo di lavoro della donna che venne sbattuta contro un mobile di esposizione). Con due ordini di violenza: quella fisica (sempre nel capo di imputazione si parla di schiaffi, pugni, calci, spintoni) e quella psicologica (si rivolgeva a lei con espressioni molto svilenti e talvolta ingiuriose) squalificando soprattutto il suo ruolo di madre.
Tante le volte in cui ha minacciato la donna di ucciderla se solo avesse provato ad andarsene di casa con il bambino. L’uomo, difeso dall’avvocato Davide Gatti, ha riconosciuto alcuni episodi di aggressioni nei confronti della compagna anche se ha sempre negato quelli nei confronti del figlioletto e di alcuni parenti della donna (pure contestati nel capo di imputazione). Lui ha ammesso di essere incline alla rabbia ma ha anche detto che i suoi attacchi violenti erano sempre generati dal fatto che non riteneva la compagna idonea ad occuparsi del loro figlio. Tanto che entrambi i genitori hanno chiesto l’affidamento esclusivo del bambino e il Tribunale dei Minori non ha ancora preso una decisione. La donna attualmente vive in una casa famiglia con il figlio. Oltre alla condanna penale, il giudice ha disposto che l’imputato versi, a titolo di risarcimento danni, una provvisionale di 15 mila euro all’ex compagna che si è costituita parte civile assistita dall’avvocato Alberto Bazzano.

Condannato il “padre-padrone” che teneva il cibo sotto chiave

Era una delle accuse più drammatiche ed evocative che erano state portate in aula: quella di comprare per sè del cibo di marca che teneva sotto chiave e per la famiglia (moglie e 4 figli) solo prodotti di discount e neppure in quantità sufficiente. Si è chiuso il doloroso processo a carico di un artigiano marocchino difeso dall’avvocato La Matina, M. A. denunciato dalla moglie per anni di maltrattamenti e soprusi. Una donna che aveva accettato di sposarlo perchè lui viveva già da tempo in Italia e sperava di trovare in lui un compagno di vita più occidentalizzato, affrancato da una certa cultura patriarcale di origine. Ma, fin dai primi mesi di matrimonio le sue aspettative furono deluse e in aula ha testimoniato vent’anni di privazioni e di umiliazioni oltre agli episodi di violenza fisica. A corroborare il suo già drammatico racconto è giunta la testimonianza compatta e univoca dei figli in aula. La donna si è costituita parte civile con l’avvocato Davide Arri. Nella sentenza di condanna a 3 anni, è stata disposta anche una provvisionale di 15 mila euro.

Perseguita l’ex: arrestato

I carabinieri di Villafranca hanno arrestato nei giorni scorsi C. C.un 43enne di San Pietro di Caridà, provincia di Reggio Calabria ora residente nel paese astigiano per maltrattamenti in famiglia nei confronti della moglie. A dicembre dello scorso anno, in Calabria, l’uomo era stato sorpreso mentre inseguiva, con un’ascia in mano, la moglie che voleva lasciarlo. Venne fermato dai carabinieri e gli venne intimato di non avvicinarsi nè all’abitazione nè al luogo di lavoro della donna. Provvedimento più volte violato fino a che la Procura di Palmi ha deciso di porlo agli arresti domiciliari nella sua attuale casa di Villafranca.

Squadra mobile: 47enne in carcere

La Squadra Mobile della Questura ha dato esecuzione alla misura di carcerazione emessa dalla Corte di Appello di Torino nei confronti di un 47enne albanese, responsabile di minacce nei confronti dell’ex moglie. «L’uomo, che aveva il divieto di avvicinarsi alla donna, a bordo della sua auto, incrociando in strada la ex e il nuovo compagno, aveva iniziato a minacciarli di morte, situazione che era poi rapidamente degenerata – spiega la Questura – Impugnando una barra in ferro e con l’aiuto di due connazionali, aveva colpito il rivale procurandogli delle lesioni personali e continuato a minacciare di morte i due, che per evitare il peggio erano riusciti a scappare». Il 47enne è stato rintracciato alcuen sere fa in un bar del centro e accompagnato alla Casa di Reclusione di Asti a disposizione dell’autorità giudiziaria; il figlio minorenne è stato affidato ad uno zio materno. «Della vicenda, iniziata qualche anno fa, si era occupata la sezione della Squadra Mobile specializzata nei reati contro la persona, a dimostrazione dell’attenzione sempre attuale verso situazioni di tale genere, soprattutto per le possibili conseguenze per le parti offese». L’uomo dovrà scontare in carcere 2 anni e 9 mesi.

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