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Cronaca

Uomo barricato a Nizza: i dettagli di una lunga domenica di trattative

Dalla messa in sicurezza della zona da parte dei carabinieri al fondamentale ruolo del negoziatore

I carabinieri ricostruiscono il fatto

Ad un giorno dall’inizio di quella che è stata una drammatica domenica per l’area intorno al condominio di piazza Marconi a Nizza, dal Comando provinciale dei carabinieri di Asti arrivano i primi dettagli della lunga negoziazione che ha portato alla liberazione di un bambino di 6 anni tenuto in ostaggio dal padre che minacciava di uccidersi.

E’ lo stesso comandante provinciale, tenente colonnello Pierantonio Breda a raccontare come è iniziato tutto: alle 10,30 è arrivata la segnalazione alla stazione carabinieri di Nizza di un vicino di casa della famiglia che segnalava la presenza di una donna chiusa fuori sul balcone dal marito che, dentro, urlava.

Il condominio nel quale vive il macedone che si è barricato in casa

Era già stato ricoverato la sera prima

La sera prima, lo stesso uomo, un cittadino di 40 anni di origini macedoni, aveva già avuto una crisi ed era stato sottoposto ad un trattamento sanitario obbligatorio presso l’ospedale di Asti. Ma poco dopo il ricovero si era allontanato volontariamente ed era stato riaccolto in casa dalla moglie.

Ieri mattina la crisi si è riacutizzata mentre in casa c’erano la moglie e il figlio più piccolo della coppia, di appena 6 anni; l’altro di 9 anni stava invece disputando una partita a calcio.

Fin da quando i primi carabinieri intervenuti hanno sentito l’uomo barricato dentro casa urlare che si sarebbe fatto esplodere con un detonatore, è stata chiara la gravità del fatto.

Imponente macchina della sicurezza

«E’ stato immediatamente attivato quello che si definisce protocollo di “incidente complesso” – spiega il tenente colonnello Breda, che da quel momento in poi ha preso il comando dell’intervento – che prevede il coinvolgimento di più reparti speciali dell’Arma e di altri soggetti esterni come i Vigili del Fuoco, la Polizia Municipale del posto, i soccorritori del 118. Per quanto riguarda i carabinieri, oltre agli uomini delle Compagnie di Asti e Canelli, sono intervenute anche le SOS (Squadre Operative di Supporto con sede a Moncalieri) che rappresentano un team S.W.A.T. leggero. Cui si sono aggiunti i supporti della Sala Operativa del Comando Generale che ha monitorato costantemente l’intervento e le consulenze a distanza del Gis di Livorno (Gruppo di Intervento)».

Zona rossa e gas interrotto

Il comandante della Compagnia di Canelli, capitano Caprio insieme al comandante della stazione di Nizza maresciallo Nicola Morfino,  ha disposto immediatamente che fosse  perimetrata una “zona rossa” intorno al condominio nel quale era vietato l’accesso a tutti, anche ai residenti ed è stata interrotta l’erogazione del gas a tutto il palazzo per scongiurare ogni pericolo. L’uomo non aveva alcun detonatore, ma in quella fase non era ancora stato accertato.

Il maresciallo Alessandro Pinna, il “negoziatore”

Il negoziatore

Ma c’è stata una figura che più di ogni altra ha caratterizzato le ore di trattativa e ha avuto la gran parte di merito nella conclusione senza vittime nè feriti: si tratta del “negoziatore” in forza al Comando astigiano, reperito in meno di mezz’ora. E’ il maresciallo Alessandro Pinna, già molto stimato per la sua lunga esperienza. E’ con lui che per otto ore il macedone ha tenuto i contatti con l’esterno ed è a lui che si è reso chiedendogli scusa per tutto il trambusto provocato.

Ha parlato anche con il bimbo

Il maresciallo Pinna ha sempre comunicato con l’uomo barricato in casa e più volte si è sincerato che il bimbo stesse bene. Ciclicamente si faceva rispondere dal bambino e ben presto è stato chiaro che il padre non aveva nessuna intenzione di far male al figlio, anzi aveva fatto in modo che lui considerasse un gioco quanto stava accadendo.

Le motivazioni addotte allo stato di disagio e sofferenza sono state addebitate alla perdita del lavoro da una comunità socio assistenziale della zona e ad una crisi coniugale.

Chiamati amici, sindaco e genitori

Durante la lunga trattativa ha chiesto di poter parlare con diverse persone: un anziano amico connazionale, il sindaco Simone Nosenzo (che ha seguito da vicino tutta la vicenda), un suo vecchio datore di lavoro e, infine, i suoi anziani genitori che erano in viaggio dalla Macedonia verso l’Italia che sono stati rintracciati dai carabinieri e portati dal figlio.

Si è consegnato in giacca e cravatta

Il paziente e meticoloso lavoro del negoziatore Pinna ha dato il suo primo frutto alle 18,45, quando l’uomo ha rilasciato il figlioletto che ha trovato le braccia della madre ad accoglierlo. A ruota si è consegnato anche lui. Si era cambiato e vestito di tutto punto, in giacca e cravatta per non mancare  di rispetto ai carabinieri ma soprattutto a quell’Alessandro, così si è fatto chiamare per tutto il tempo il maresciallo negoziatore, che ha saputo tranquillizzarlo e riportarlo alla calma.

L’uomo è stato portato in caserma ad Asti dove è stato interrogato e, subito dopo, arrestato per sequestro di persona. Attualmente è rinchiuso nel carcere di Quarto su disposizione del sostituto procuratore Elisa Frus di Alessandria che ha seguito, con il Procuratore Enrico Cieri tutto l’evolversi della giornata.

 

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2 risposte

  1. Invece che in carcere, quell’uomo dovrebbe essere messo in un istituto dove possano curarlo.

  2. Bravi. Ora rimpatrio a carico del suo stato ed un problema in meno. Altro che curato .

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