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E' iniziato l’esodo di vendemmiatori stranieri da Canelli
Cronaca

E' iniziato l’esodo di vendemmiatori stranieri da Canelli

Gli arrivi sono stati intensi nel fine settimana. Il tam-tam sul ritardo dell’avvio delle operazioni di vendemmia aveva raggiunto i paesi dell’Est, ritardando gli “sbarchi” nel Sud Astigiano.

Gli arrivi sono stati intensi nel fine settimana. Il tam-tam sul ritardo dell’avvio delle operazioni di vendemmia aveva raggiunto i paesi dell’Est, ritardando gli “sbarchi” nel Sud Astigiano. Ma il popolo di “vendemmiatori” ha invaso Canelli. Con torpedoni tirati a lucido, auto, pulmini, qualche vecchio camper sono scesi da Bulgaria, Romania e Macedonia verso la mecca del guadagno “mordi e fuggi”: un ingaggio tra le vigne assolate a staccar grappoli di biondo Moscato e poi via, nuovamente sulla strada del ritorno. Con un po’ di denaro in tasca che, per questo popolo eternamente in cammino, significa molto: millecinquecento, duemila euro che possono cambiare la vita di un lungo inverno.

Affollata l’area di sosta predisposta quest’anno dal Comune in regione Dota. Anche qui la voce s’è sparsa rapidamente e i più ligi hanno rispettato le linee dettata dall’amministrazione comunale. Resiste il nucleo di irriducibili che non rinuncia al bivacco in piazza Unione Europea: qualche decina di auto stracarica di valigie riposa, da sabato, sotto l’ombra dei platani a ridosso di viale Italia. I loro occupanti sono scesi a presidiare i giardinetti del peso pubblico: seduti sul muretto osservano, un po’ incuriositi un po’ divertiti, i canellesi che, passando, a loro volta li squadrano con un misto di fastidio e malcelata irritazione.

La parte più buia dell’area verde, quella che guarda il Belbo, di notte è tutta un giaciglio: in sacchi a pelo e sotto coperte calate sino agli occhi riposano i più coriacei. Altri hanno scelto come dimora la sponda che degrada verso il fiumiciattolo, installandovi mini-cucine di fortuna, con casseruole, pignatte e fuochi da camping. I più fortunati, una ventina, troveranno posto al Centro di Accoglienza di piazza Gioberti gestito da Caritas parrocchiale e Crescereinsieme.

Superlusso sarà una camera, spartana, con angolo cottura nella cascina dove avranno avuto la fortuna di ottenere l’ingaggio per la stagione. Eventualità, questa, che per moltissimi rimarrà solo un sogno nel cassetto. I produttori, come ricorda uno di loro, «si affidano sempre alle stesse persone, ogni anno, chiudendo il contratto un anno per l’altro. In questo modo si deve far apprendere il mestiere ad ogni vendemmia e si evitano brutte sorprese».

L’offerta è molta, la richiesta frena. Complice, anche, la crisi che, nonostante la sicurezza su rese e prezzi dell’”Oro giallo”, attanaglia anche le colline. Trovare un posto, per chi arriva la prima volta, non è semplice. Ci sono le cooperative, ma anch’esse sono sature. La globalizzazione, su questa linea, soffre frequenti back-out. A molti “vendemmiatori” rimarrà l’amaro in bocca di una stagione avara, sperando nel prossimo raccolto.

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