Ritorno allagricoltura, giusto valore dei prodotti della terra, orti in Africa da sostenere per contrastare le speculazioni delle multinazionali. Chi si aspettava da Carlin Petrini un semplice
Ritorno allagricoltura, giusto valore dei prodotti della terra, orti in Africa da sostenere per contrastare le speculazioni delle multinazionali. Chi si aspettava da Carlin Petrini un semplice discorso di ringraziamento, alla sua premiazione con il Gobbo doro sabato al Foro Boario nicese, è senzaltro rimasto sorpreso. Il fondatore di Slow Food, confermato il successo della mentalità del buono, pulito e giusto, anziché sedersi sugli allori punta il dito sulle criticità del presente: «Dobbiamo restituire il rispetto a chi lavora la terra e valore sul mercato ai prodotti. 3 centesimi per un kg di carote sono troppo pochi!».
Quindi leducazione, menzione speciale ai due Orti in condotta realizzati alle scuole primarie di Nizza e Mombaruzzo, che offrono ai bambini il contatto con la terra e conoscenze che rischierebbero di perdere. Ma anche piacere: mangiare bene non deve essere un privilegio per ricchi.
Frecciate ai media che straparlano di cucina (pornografia alimentare) e alle grandi realtà che si riempiono la bocca con il Made in Italy: «Dimenticano che il nostro buon Barolo, senza migliaia di macedoni allanno a vendemmiare, non potremmo farlo. Puntiamo alla costruzione di altri 10 mila orti in Africa. Mentre parliamo, multinazionali e potenze economiche acquistano i campi per fare biocarburante e speculazione. È una tragedia, è neocolonialismo».