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Cronaca

Vallemanina, 20 anni dopo
chiede di essere riassunto

Mentre si sta trattando per l’accorpamento delle Ato rifiuti di Asti ed Alessandria e gli attuali consorzi sono destinati allo scioglimento, quello astigiano, il Cbra, si trova a gestire due

Mentre si sta trattando per l’accorpamento delle Ato rifiuti di Asti ed Alessandria e gli attuali consorzi sono destinati allo scioglimento, quello astigiano, il Cbra, si trova a gestire due questioni legali di grande importanza. La prima rigurada la definizione e riscossione del risarcimento nella causa civile sulla ex discarica di Vallemanina. Un processo che vide alla sbarra decine di imputati e che rappresentò la più imponente inchiesta giudiziaria degli anni delle tangenti astigiane. Alla fine del processo, a rispondere in solido del risarcimento, sono rimasti coloro per i quali la sentenza di condanna è passata in giudicato e che sono stati ritenuti responsabili, ognuno per il proprio ruolo ricoperto, di danni alla collettività. Si tratta dell’ex presidente dell’allora Consorzio Rifiuti Francesco Mogliotti, degli imprenditori Giorgio Basso, Maura Lano, Bizzotto e Salvatore Zinna e di due società: la Refernova e l’Ateco.

Il conto venne presentato già nel 2004, ma fino all’anno scorso la causa civile rimase al palo dopo la sentenza del giudice Rampini sull’estinzione del processo; esito ribaltato da un collegio di giudici su reclamo presentato dall’avvocato Enrico Piovano, per conto del Cbra, che ha rimesso in gioco questa importante partita di denaro. Una prima quantificazione parlava di oltre 5 milioni di euro che, con il passare degli anni, è quasi raddoppiata per effetto di more ed interessi. In questo conto sono state incluse le spese per la bonifica della discarica e i maggiori costi sostenuti dai Comuni per l’esportazione dei rifiuti a seguito della saturazione prematura della discarica a causa della sua gestione non corretta. Ora la vicenda sembra in dirittura d’arrivo e si attendono le risultanze di una perizia disposta dal giudice civile sulla quantificazione dei danni per fissare la prossima udienza, fra le conclusive. Nei giorni scorsi è stata formalizzata un’ipotesi transattiva ma non è stato diffuso nè chi l’abbia presentata nè in quale misura.

Il presidente del Cbra, Alberto Pasta (che fu anche l’avvocato di parte civile del Comitato di Vallemanina nel processo) ha già annunciato che il risarcimento che verrà incassato, al netto delle spese legali, verrà diviso pro-quota fra tutti i Comuni aderenti al Consorzio. Considerando che il Comune di Asti detiene una percentuale superiore al 30% del Consorzio, in caso di riscossione di milioni di euro, potrebbe vedersi introitare una bella cifra che andrebbe a rimpinguare bilanci asfittici. Anche l’altro contenzioso aperto arriva ancora dalla vicenda Vallemanina. Riguarda l’ex direttore Giovanni Capitolo (indagato, arrestato e licenziato dopo il rinvio a giudizio per corruzione) che, a distanza di quasi 20 anni, ha chiesto nei mesi scorsi il reintegro sul posto di lavoro in Cbra o Gaia o, in alternativa, una buonuscita per rinunciare alla causa.

Il Cbra non intende riassumerlo nè pagargli buonuscite, lasciando aperto solo uno spiraglio per autorizzarlo a riscuotere il Tfr mai corrisposto dopo il suo allontanamento. Dopo due udienze davanti al giudice del lavoro Valentina Caratto, le parti si ritroveranno in tribunale ad inizio ottobre. Fra gli aspetti che andranno subito valutati, vi è la sussistenza o meno della tempestività della richiesta di Capitolo, considerando tutti gli anni passati dal suo licenziamento dal Consorzio.

Daniela Peira

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