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Cronaca
Il caso

Via Gancia, la palazzina sgomberata non si “muove” più ma dentro entrano i senzatetto

A settembre dovrebbe tenersi l’assemblea fra i tre proprietari (due privati e l’Atc) per decidere il futuro del condominio dove ci sono segni di ingressi abusivi

La notizia buona è che quella palazzina con 14 alloggi non è da abbattere. Parliamo del condominio di via Gancia, a prevalenza proprietà dell’Atc che poco meno di due anni fa venne sgomberata in fretta e furia, un giovedì sera, per ordine dei Vigili del Fuoco.
Una palazzina i cui residenti da tempo avevano denunciato preoccupanti crepe nei muri, scollamenti delle alzate delle scale condominiali, continui distacchi di larghe porzioni di intonaco sia dai muri interni che dalla facciata.
I “vetrini” che erano stati sistemati per valutare i “movimenti” del palazzo avevano portato all’ordinanza immediata di sgombero per il rischio di crollo.
Da allora la situazione è stata in stallo. Non tanto per gli inquilini Atc che, dopo qualche giorno in sistemazioni di fortuna, erano stati riprotetti in altri alloggi popolari. Il problema era rimasto in capo all’Atc e ai quattro proprietari privati che avevano acquistato i loro alloggi.
Di questi uno solo vi abitava anche e avevamo raccontato la sua storia perchè si trovava nella paradossale situazione di continuare a pagare un mutuo su una casa inagibile. Situazione che si è sbloccata recentemente con il passaggio del mutuo ad una nuova abitazione agibile.
Gli altri tre “privati” rimasti hanno ricevuto due proposte dall’Atc per la permuta dei loro alloggi.
«In un primo tempo l’Atc ci ha proposto di lasciare la proprietà di via Gancia in cambio di alloggi a Montegrosso – spiega Ermenegildo Florio, padre di uno dei proprietari – L’idea personalmente mi piaceva e avremmo accettato ma la permuta doveva essere autorizzata dalla Regione. Che ha negato questo cambio».
Allora è arrivata la seconda proposta, quella di cedere la proprietà degli alloggi di via Gancia in cambio di immobili Atc ad Alessandria.
«A noi, in particolare, hanno offerto un negozio mentre ad un altro proprietario hanno proposto un ristorante. Lui ha accettato lo scambio, noi no perchè il locale necessitava di una completa ristrutturazione e di una gestione successiva in termini di affitto onerosa e scomoda trattandosi di un’altra provincia».
A questo punto arriva la buona notizia.
«Da quando è stata sgomberata la palazzina si è “fermata” – dice Florio – quindi è possibile ristrutturarla, non sarà necessario abbatterla. A settembre dovremmo avere una riunione di condominio che vedrà la mia famiglia, quella dell’altro proprietario privato e l’Atc decidere sul futuro della casa. Sono tre voti e noi sicuramente siamo per la ristrutturazione con i dovuti consolidamenti e rinforzi della struttura».
La brutta notizia è che una decisione su quell’immobile andrà presa in fretta e altrettanto in fretta dovrà partire il cantiere perchè è già diventata una meta di senzatetto.
«In un recente sopralluogo che ho fatto, autorizzato ed accompagnato, per prendere delle cose dell’alloggio che era stato abbandonato – dice ancora Florio – ho notato che tutte le porte erano state sfondate, erano stati fatti danni agli altri alloggi e c’erano i segni tipici di chi ha bivaccato per qualche tempo in quelle camere».

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