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Cronaca

"Video hard, non siamo io e mia moglie
Ci additano per strada a Canelli, io querelo"

A far parte del cast di “attori” del video hard che prometteva faville tra le lenzuola di disinibite coppie divise, bipartisan, tra Canelli e Nizza, secondo alcuni, ci sarebbero due canellesi, marito e moglie. «Da più giorni mi sento additato insieme alla mia compagna, come uno degli attori porno. E’ mia intenzione difendere la mia famiglia, della quale fanno parte due minori, a cui non voglio spiegare ciò che non abbiamo mai fatto, come, senza ombra di dubbio, hanno potuto appurare coloro che hanno visionato il video». Lo sfogo è di un negoziante trentacinquenne …

La curiosità, si sa, può giocare brutti scherzi. Soprattutto quando è pruriginosa, accompagnata da una buona dose di voyeurismo provinciale. La vicenda è presto riassunta: al centro di quello che rischia di diventare un vero e proprio “caso” il video hard che, annunciato un mese fa ma giunto nelle rivendite solo la scorsa settimana, prometteva faville tra le lenzuola di disinibite coppie divise, bipartisan, tra Canelli e Nizza.

E tra gli “attori”, secondo alcuni che hanno avuto modo di visionare le immagini, ci sarebbero due canellesi, marito e moglie. Un passa parola giunto all’orecchio degli interessati che, prima sommessamente poi sempre più infastiditi, hanno deciso di tutelare la propria immagine con una querela.

A presentarla ai Carabinieri di Canelli A.G, trentacinquenne, negoziante. «Da più giorni mi sento additato insieme alla mia compagna, come uno degli attori hard – spiega –. E’ mia intenzione difendere la mia famiglia, della quale fanno parte due minori, a cui non voglio spiegare ciò che non abbiamo mai fatto, come, senza ombra di dubbio, hanno potuto appurare coloro che hanno visionato il video». Una pressione che il commerciante definisce «insopportabile», tanto da convincerlo, sabato scorso, a sporger querela contro ignoti, «nella speranza – dice – che la situazione infamante finisca immediatamente».

E non si ferma qui. «Qualora continuasse l’opera di diffamazione nei riguardi miei e della mia compagna – aggiunge, convinto -, i responsabili dovranno vedersela direttamente con le autorità giudiziarie. In questo caso, mi costituirò parte civile  per ottenere il riconoscimento del danno. In un altro contesto, mi sarei, francamente, fatto quattro risate. Ma nella felice situazione  familiare in cui mi trovo, ho il dovere di impedire che qualche mascalzone giochi sulla pelle degli altri».

Non è la prima volta che Canelli diventa a “luci rosse”. Una trovata commerciale che, già qualche anno fa, fece aumentare la febbre dell’hard annunciando un video con comparse locali. Cosa che, poi, finì in una bolla di sapone: come su quella che gira in questi giorni, i protagonisti sono coperti da maschere così da non riconoscerne le sembianze. Quantomeno quelle del volto.

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