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Cronaca

In aula Michele e i genitori di Elena
per la prima volta faccia a faccia

La difficile giornata di mercoledì di Lucia e Franco Ceste è cominciata presto, tenendo all'oscuro i quattro figli di Elena e Michele da quello che sarebbe capitato di lì a poche ore. Poi, in

La difficile giornata di mercoledì di Lucia e Franco Ceste è cominciata presto, tenendo all'oscuro i quattro figli di Elena e Michele da quello che sarebbe capitato di lì a poche ore. Poi, in auto, hanno raggiunto il tribunale di Asti dove, alle 9, hanno fatto ingresso fra una folla di telecamere e giornalisti già radunati, accompagnati dagli avvocati Carlo Tabbia e Deborah Abate Zaro. Sono andati subito nell'aula 1 del piano terra del tribunale dove poco dopo è giunto anche Michele, scortato dagli agenti della polizia penitenziaria. Pur nel silenzio e nella compostezza che ha sempre caratterizzato il loro approccio pubblico con il dramma famigliare che li ha travolti, sono apparsi molto provati da questo primo faccia a faccia con il genero accusato di aver ucciso la loro figlia; genero che non incontravano da fine gennaio, dalla data del suo arresto.

Hanno provato a cercare il suo sguardo, ma lui è sempre stato sfuggente, neppure un cenno di saluto. «In realtà Michele ha chiesto almeno tre volte di poter avvicinarsi agli suoceri per salutarli, ma abbiamo ritenuto opportuno, in quella sede, sconsigliargli di farlo» hanno puntualizzato i legali dell'imputato. I genitori di Elena hanno assistito alle prime schermaglie fra le parti, preparati sul merito dai loro avvocati, ma non preparati ai toni che inevitabilmente in aula sono diversi da quelli pacati di uno studio di avvocati che, fin dall'accettazione dell'incarico hanno trattato questi clienti in modo un po' speciale. Chissà cosa hanno pensato quando i due difensori di Michele hanno chiesto l'esclusione di Danilo, marito della sorella di Elena (e figlia dei Ceste) dal gruppo delle parti civili affermando che non era un parente diretto e che aveva un ruolo marginale. Quello stesso Danilo che, i nonni Ceste lo sanno bene, è diventato invece un punto di riferimento per i quattro ragazzi; un cognato che fin dalla scomparsa di Elena si è prodigato nelle ricerche e negli appelli e che è stato in prima fila nell'organizzazione dei funerali della donna. Poi la fine dell'udienza e l'uscita veloce e quasi furtiva approfittando dell'attenzione dei giornalisti per la coppia di difensori di Michele.

Gli avvocati di parte civile, alla richiesta di ammettere ancora una perizia sulle celle telefoniche avanzata dai difensori di Michele non si sono opposti, rimettendosi alla decisione del giudice. «La famiglia Ceste è intenzionata a conoscere la verità e dunque qualunque atto vada in quel senso non verrà ostacolato». Alla domanda di un giornalista su quale sia il pensiero e l'opinione dei Ceste sul loro genero e dunque se siano convinti della sua colpevolezza o della sua innocenza, i loro avvocati sono chiari: «Qualunque sia la loro convinzione se la terranno per sempre dentro per non turbare in alcun modo i quattro nipoti. Ribadiamo che in casa finora non si è mai parlato della vicenda, i ragazzini non sanno nulla del processo e sono seguiti da quattro neuropsichiatri infantili che suggeriscono a tutti i famigliari che si occupano di loro i comportamenti più giusti per il loro equilibrio e la loro serenità».

d.p.

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