Sembra la trama di un film di fantasia mentre invece è solo il tocco particolarmente fortunato di un giovane uomo di Villafranca, Marco Magrini, destinato a ritrovamenti importanti.
Oggi, sabato, giorno di riposo, è di nuovo sceso sul greto del torrente che passa sotto il ponte per Tigliole. A spingerlo la curiosità di vedere se quel luogo gli avrebbe riservato di nuovo qualche sorpresa. E l’intuizione è stata premiata.
Gli è bastato allargare lo sguardo per notare, appena sotto il pelo dell’acqua, un grande armadio. Avvicinatosi guadando l’acqua bassa in quel punto, ha visto che si trattava di un pesante armadietto di ferro, di quelli utilizzati per custodire le armi. Con un po’ di fatica lo ha voltato e l’anta si è aperta da sola, visto che era stata scassinata da qualcuno prima di gettare tutto nel torrente.
Dentro Magrini ha trovato tre doppiette da caccia e qualche cartuccia. Verosimilmente erano in acqua da due anni, vista la ruggine che le ricopriva e che aveva intaccato anche l’armadietto.
<Ho subito avvertito i carabinieri ed è intervenuta una pattuglia di Villanova – racconta Magrini – ho indicato loro dove si trovava l’armadietto con i fucili e ci hanno poi pensato loro a recuperarli>.
Secondo prime indiscrezioni sembra che, dal numero di matricola delle armi arrugginite, i militari siano già risaliti al legittimo proprietario, residente fuori provincia, cui erano state rubate.
A rendere incredibile questa storia già di per sè curiosa, è il fatto che Marco, nove anni fa, nello stesso identico punto, aveva rinvenuto insieme all’amico Andrea Nosenzo una sacca contenente un piccolo tesoretto di stoviglie in argento. Anche in quel caso si pensò ad una refurtiva gettata dal ponte dai ladri, forse perché inseguiti. Per qualche anno il “corredo” d’argento rimase nella caserma dei carabinieri di Villafranca. Poi, visto che nessuno si fece avanti per reclamarli, venne restituito ai ragazzi che lo avevano ritrovato ed è ancora in loro possesso.
Quegli oggetti, infatti, ricordano a Magrini e Nosenzo le particolari circostanze in cui erano stati ritrovati: erano partiti da poco più di un’ora, in canoa da Villafranca per raggiungere via fiume Venezia. Un’avventura che iniziò con la fortunata “pesca”.
Che oggi, nove anni dopo, si è ripetuta per Magrini il quale, nel frattempo, è diventato un adulto. Anzi un abile artigiano a capo della sua azienda milanese, la “Ad Hoc” specializzata in arredi su misura.
(Credit photo Gruppo Sei in vero Villans se….)