E' uno dei bilanci più drammatici che si fanno ad ogni inizio anno rispetto a quello appena terminato. Parliamo dei dati di violenza domestica che vengono registrati al Pronto Soccorso
E' uno dei bilanci più drammatici che si fanno ad ogni inizio anno rispetto a quello appena terminato. Parliamo dei dati di violenza domestica che vengono registrati al Pronto Soccorso dell'ospedale di Asti. Un'attenzione particolarissima verso questi casi di soprusi verso donne, bambini (e uomini) che l'Asl ha dimostrato attivando, da qualche anno, addirittura un "contatore" di casi sulla homepage del suo sito. Sono passati cinque anni da quando il Pronto Soccorso ha iniziato a registrare a parte questi casi e oggi è possibile fare una sorta di statistica di andamento delle violenze.
Partiamo dal dato più recente, quello riguardante l'anno 2014: al 31 dicembre risultavano 106 accessi di cui 91 donne, 9 uomini e 6 minori. Un dato migliore rispetto al 2013 che aveva invece registrato 120 accessi di cui 92 donne, 18 uomini e 10 mimorenni. Nel 2012 vi furono 105 accessi (74 donne, 22 uomini e 9 minori); nel 2011 di accessi ne sono stati contati 142 (108 donne, 18 uomini, 16 minori) ma il record negativo appartiene al primo anno di attivazione di questa speciale contabilità. Nel 2010 infatti, gli accessi furono 194 con 173 donne coinvolte, 16 uomini e 5 minori.
L'arrivo al Pronto Soccorso in seguito a violenza domestica, innesca una sequenza di atti che finiscono per stendere una rete di protezione intorno alla persona che ha subito il sopruso. Vi lavora da anni un Gruppo di coordinamento sull'assistenza delle vittime di violenza sessuale e domestica interno all'Asl costituito da varie figure professionali. Fra le iniziative attive del Gruppo vi è "Il salvadanaio della solidarietà", ovvero un fondo per venire incontro ai bisogni di prima necessità espressi dalla donna (quasi sempre loro le vittime e quasi sempre in compagnia di figli minori) per un cambio di indumenti, di prodotti per l'igiene personale, ricarica telefonica e altre cose di immediata utilità che vanno ad aggiungersi all'istituzione del "letto segreto", ovvero una stanza all'interno del Massaia totalmente sicura per la vittima.
Daniela Peira