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Lo deciderà la tecnologia" alt="Violenza sessuale, testimone sincero?Lo deciderà la tecnologia" loading="lazy" />
Cronaca

Violenza sessuale, testimone sincero?
Lo deciderà la tecnologia

Nella stessa udienza ha sentito due versioni completamente opposte di quanto accaduto in un negozio di serramenti e così intende ricorrere alla tecnologia per avere risposte certe che possano

Nella stessa udienza ha sentito due versioni completamente opposte di quanto accaduto in un negozio di serramenti e così intende ricorrere alla tecnologia per avere risposte certe che possano aiutarlo nella sua decisione. Parliamo del giudice Roberto Amerio, presidente del collegio cui è stato assegnato un processo per violenza sessuale. Imputato è S. S., il titolare di un’azienda astigiana che si occupa di serramenti con diversi show room. In uno di essi vi lavorava una dipendente, con mansioni di segretaria, che ha sporto la denuncia. Il fatto risale al giugno del 2014, data a partire dalla quale la donna non ha più lavorato presso quell’azienda facendosi liquidare tutto quello che le spettava. La donna, costituitasi parte civile con l’avvocato Paola Berardi, era presente in udienza mercoledì scorso e ha ripercorso davanti ai giudici quanto già riferito nella sua originaria denuncia.

Ovvero che già in altre occasioni il titolare le aveva fatto delle avances spinte, sempre rifiutate da lei. Ma quel giorno di giugno lui l’aveva raggiunta nel negozio in cui lavorava, in un orario in cui erano soli e l’avrebbe aggredita, prima su un divanetto e poi sulla scrivania, “mettendole le mani addosso” con inequivocabile intenzione di usare violenza su di lei. Una volta riuscita a divincolarsi dalla stretta, la vittima ha telefonato ad amici e parenti e poi si è fatta visitare e curare al Pronto Soccorso per un’escoriazione alla spalla. Subito dopo è partita la denuncia per violenza. Versione dei fatti completamente opposta quella invece raccontata dal fratello e da un amico dell’imputato che sono stati chiamati a testimoniare dai difensori Marco Scassa e Alessio Invernizzi.

I due hanno detto che quel giorno erano passati tutti e tre (i due testimoni e l’imputato) insieme dal negozio perchè dovevano prendere alcune cose prima di un sopralluogo di lavoro. Un negozio piccolo in cui la parte espositiva era divisa dall’ufficio solo da una porta a vetri. Entrambi hanno detto di essere arrivati in tre ed usciti in tre e che l’unico momento di alterazione nell’ufficio è avvenuto quando l’imputato si è accorto dell’alterazione della segretaria e le ha strappato di mano un bottino di farmaci. Dunque, per i due testimoni, nessuna violenza sessuale, solo un battibecco acceso dovuto allo stato della donna. Due versioni che si contraddicono pesantemente. Il giudice Amerio ha allora chiesto i numeri dei telefoni cellulari dei due testimoni per tentare la loro geolocalizzazione nella data in cui è stata denunciata la violenza sessuale. Se i tabulati restituiranno con discreta attendibilità  la presenza in quel luogo dei due, allora l’imputato ha buone possibilità di vedersi assolto, altrimenti rischia la condanna mentre i testimoni possono finire a processo per falsa testimonianza.

Daniela Peira

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