A 15 anni dalla dichiarazione di stato di insolvenza e ad 8 dalla condanna di primo grado, è stato fissato il processo d’Appello riguardante il fallimento della Way Assauto.
Il 13 aprile torneranno in aula Diego Robella (difeso dall’avvocato Caranzano) ed Ezio Trinchero, i due imputati condannati in primo grado rispettivamente a 5 anni e 4 mesi e a 3 anni. Il tribunale di Asti aveva invece assolto Fabio Trinchero, figlio di Ezio, all’epoca coimputato per bancarotta fraudolenta.
Certo è fortissimo il rischio di prescrizione, a così tanto tempo dai fatti e dalla condanna di primo grado ma le parti civili saranno presenti per ribadire ancora volta i danni subiti dalla gestione che portò alla chiusura della storica fabbrica astigiana. Già in tribunale ad Asti, infatti, le originarie accuse erano state notevolmente “sfoltite”: erano usciti dai capi di accusa tutti i reati strettamente fiscali riguardanti evasioni, fatturazioni e Iva per i quali era già intervenuta la prescrizione. Fuori anche tutte le “distrazioni” di somme.
Fra i reati rimasti in piedi quello dell’acquisto di una Grande Punto regalata ad un sindacalista interno e l’appropriazione di 260 mila euro destinati al Fondo Cometa degli operai. Nel processo anche il curatore fallimentare il cui legale aveva sostenuto che i soci imputati avessero rilevato la Way Assauto per spolparla delle sue ultime risorse costruendo un intreccio fatto di società che prestavano servizi alla nuova Astigiana Ammortizzatori facenti comunque capo ai soci indagati.
La sentenza di primo grado dispose, oltre alle condanne e all’assoluzione, la liquidazione di 500 euro per ognuno degli oltre 200 operai che si costituirono parte civile insieme ai sindacati (Fim-Cisl con gli avvocati Pasta e Sellitti e Fiom-Cgil con l’avvocato Lamatina); era stato assegnato anche un risarcimento di 500 mila euro al curatore fallimentare rappresentato dall’avvocato Pierpaolo Berardi.
Di tutti questi risarcimenti non venne versato mai nulla mentre è recente la notizia di un’esecuzione immobiliare intentata da parte del curatore fallimentare.