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“Il ritrovamento di Mosè” è di nuovo a casa
Cultura e Spettacoli

“Il ritrovamento di Mosè” è di nuovo a casa

La tela attribuita al famoso paesaggista Vittorio Amedeo Cignaroli, che operò a Corte dei Savoia (tra 1730 e 1800), era stata trafugata nel gennaio 2007. Grazie alle indagini dell’Arma dei Carabinieri ora è di nuovo a Castell'Alfero.

“Il ritrovamento di Mosè” è tornato nella sua casa, il Castello che fu dei Conti Amico. Sabato scorso l’incontro alla presenza dei rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri che con il loro lavoro di indagine sono riusciti a recuperare l’opera trafugata nel gennaio 2007. Accanto al sindaco Fernando Tognin ed al vice Angelo Marengo nonché primo cittadino quando il furto venne commesso vi era il capitano Guido Barbieri, comandante del Nucleo tutela patrimonio culturale di Torino ma anche i comandanti delle stazioni di Portacomaro, dove il furto venne denunciato, e quello di Varallo Sesia, che nel 2010 aveva rinvenuto la tela su olio.

Opera pregevole attribuita all’artista Vittorio Amedeo Cignaroli, famoso paesaggista che operò a Corte dei Savoia (tra 1730 e 1800), ed originariamente posizionata in un sopraporta nella Sala De Rolandis del Seicentesco castello. "La tela non sarà ricollocata più nell’originaria sede  – precisa il sindaco Tognin – ma verrà custodita in massima sicurezza ed esposta solo occasionalmente, al fine di condividere con il pubblico la bellezza di questa tela".

Un lustro dopo il furtivo trafugamento l’opera è tornata al Castello anche se il ritrovamento era già avvenuto nel 2010 in Valsesia. Seguirono le operazioni di identificazione al fine di accertare l’originalità dell’opera tra 130 dipinti che presentavano caratteristiche analoghe nell’archivio del Nucleo tutela. Infatti gli autori del furto avevano proceduto anche a modificare le originali dimensioni. Infine, prima di tornare a Castell’Alfero, “Il ritrovamento di Mosè” è stato sottoposto ad un intervento restauro. "Il ritrovamento è stato il risultato di una pronta e documentata denuncia, un ottimo lavoro investigativo ed un pizzico di fortuna" hanno commentato i rappresentanti dell’Arma.

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