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A Franco Faggiani il Premio Asti d’Appello 2024 [photogallery]

Riconoscimenti speciali a Raffaella Romagnolo, Daniele Pasquini e Cristina Brondoni – Commosso il ricordo di Massimo Cotto

Franco Faggiani è il vincitore della sedicesima edizione del Premio Asti d’Appello, di cui oggi pomeriggio, al Teatro Alfieri, si è tenuta la cerimonia finale condotta da Chiara Buratti e Roberta Bellesini.
Il Premio, organizzato dall’omonima associazione presieduta da Stefano Bertone, ha lo scopo di concedere una seconda chance – una sentenza d’appello, appunto – ai romanzi che abbiano sfiorato l’oro ai maggiori premi letterari nazionali.
Faggiani ha vinto l’assegno da 10 mila euro con  “L’inventario delle nuvole” (Fazi) dal Premio Bancarella. A leggere la motivazione il presidente Bertone: “Una piccola epopea di una terra e di una gente lontana dalla nostra realtà, eppure così vicina. Le nuvole sono protagoniste e tutto è soffice come una nuvola. Una scrittura limpida, delicata e poetica. Un’ambientazione in una natura che lo scrittore padroneggia. Un romanzo d’amore per i profumi, i paesaggi e i sapori di un mondo genuino”.

I riconoscimenti speciali

Sono quindi stati assegnati i riconoscimenti speciali. Il Premio Zonta Club Asti da mille euro – attribuito alla scrittrice più votata dalla giuria popolare e giovane – è stato assegnato dalla presidente Ornella Stella a Raffaella Romagnolo per “Aggiustare l’universo” (Mondadori) dal Premio Strega. “Un libro particolarmente interessante – ha affermato la presidente – che ha al centro una storia molto intima”.
Il Premio Aurora Pen, atttribuito all’autore più votato dalla giuria popolare, è stato consegnato a Daniele Pasquini (“Selvaggio Ovest”, pubblicato da NN Editore, dal Premio Bancarella) da Virginia Verona in rappresentanza di Aurora Pen. “E’ un oggetto italiano e piemontese – ha affermato Virginia Verona riferendosi alla preziosa penna donata – che spero le possa portare ancora più fortuna in futuro. Esposto al Moma di New York, era stato disegnato da mio nonno”.
Il Premio Rotary Club Asti, pari a 500 euro, attribuito al vincitore della giuria giovani, è stato assegnato a Cristina Brondoni per “L’inferno degli eletti” (Clown Bianco) dal Premio Scerbanenco. “Da sempre – ha affermato Alberto Bazzano, presidente del Rotary Club Asti – sosteniamo Asti d’Appello e la cultura in generale. Siamo quindi particolarmente felici di aver attribuito questo riconoscimento”.
Una penna Aurora è poi stata consegnata in omaggio a tutti gli scrittori. A sfidarsi oggi pomeriggio sono stati, oltre ai premiati, il canellese Marco Drago con “Innamorato” (Bollati Boringhieri) dal Premio Stresa; Marco Lodoli con “Tanto poco” (Einaudi) dal Premio Viareggio; Marino Magliani con “Il bambino e le isole” (66thand2nd) dal Premio Alassio; Mattia Signorini con “Una piccola pace” (Longanesi) dal Premio Wondy.
Gli scrittori hanno tenuto un’arringa davanti al pubblico e alla giuria togata. Al termine, mentre la giuria togata era in camera di consiglio per stabilire il vincitore, si è svolto il concerto “La vita è… a tutto Swing” con la Asti Swing Band – composta da Alessia Porani, Claudio Cavallo, Aldo Caramellino, Nino Carriglio, Giuseppe Lombardi e Giuseppe Molino – offerto dall’associazione “Un libro per Daniela”.

Il ricordo di Massimo Cotto

Commosso, all’inizio della cerimonia, l’omaggio a Massimo Cotto, giornalista e scrittore mancato lo scorso agosto, per anni presentatore del Premio Asti d’Appello con la moglie Chiara Buratti. “Vorrei ricordare – ha affermato il presidente Bertone – un amico che non vedrete sul palco. Mi riferisco a Massimo Cotto, presentatore per molti anni del Premio Asti d’Appello, che se ne è andato prematuramente qualche mese fa. Massimo ci ha lasciato molti ricordi. Personalmente mi limito a quelli relativi al Premio. Innanzitutto sono molto soddisfatto che la nostra associazione abbia aperto le porte di Asti d’Appello alla sua ultima opera, motivo per lui di grande soddisfazione (l’anno scorso Cotto era tra i finalisti con “Il re della memoria”, pubblicato da Gallucci, ndr).
In secondo luogo – ha continuato – penso che molti anni fa abbiamo fatto la cosa giusta ad assegnare, a lui e alla moglie Chiara Buratti, il compito di presentare la cerimonia finale. Massimo ha dimostrato subito carisma, era ironico ma garbato, sempre sereno e mai sopra le righe, capace di trovare sempre il lato buffo nelle varie situazioni. Tutte qualità che lo hanno reso molto caro al pubblico, che inoltre ha sempre apprezzato anche le sue sintesi mirabili e incisive prime dell’arringa. Ora abbiamo raccolto in un volume tutte le sue recensioni, corredate dalle splendide foto di Franco Rabino. Volume che sarà dato in omaggio ai soci dell’associazione”.

Photogallery a cura di Maria Grazia Billi

 

 

 

 

 

 

 

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