Ancora “Il tesoro di Monticchio”, ancora Nicolò Amos Varlotta, ancora un riconoscimento, il quinto.
Dopo Siena, Montecatini Terme, Asti e Roma, sabato 18 giugno a Firenze, nell’ambito della XXXV edizione del Premio Europeo “Lorenzo il Magnifico”, al giovanissimo attore astigiano è stata infatti consegnata la Medaglia Laurenziana.
“Il tesoro di Monticchio”, presentato la prima volta nel 2021 durante la 78esima Mostra del Cinema di Venezia, continua dunque ad ottenere consensi. Ideato da Nicolò Amos (che è anche voce narrante) e diretto dal padre, il regista Giuseppe Varlotta, il film è stato interamente girato con un IPhone 11 ai laghi di Monticchio in Basilicata e riunisce, nei 13 minuti della sua durata, due grandi passioni di Nicolò: il metal detector e la pesca magnetica. Inoltre fa scoprire le bellezze di quei luoghi, tanto da essere diventato il primo corto di una serie intitolata “I tesori di….”.
«Un filone che abbiamo definito CineTurismo – commenta Giuseppe Varlotta – che promuove territori italiani».
La cerimonia
«Quando siamo partiti per Firenze – racconta il regista a proposito della Medaglia Laurenziana – mio figlio non sapeva nulla del premio, ci tenevo fosse una sorpresa». Un’emozione da ricordare tutta la vita, e così è stato. La cerimonia si è tenuta nell’imponente Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio alla presenza delle autorità cittadine, di numerosi giornalisti e di un folto pubblico. La Medaglia Laurenziana viene assegnata ogni anno a personalità che si sono distinte in campo artistico e culturale e, negli anni, ha premiato personalità come Anna Proclemer, Nino Manfredi o Vittorio Gassman, Antonio Tabucchi, Vittorio Sgarbi o Giulio Andreotti, fino a scienziati come Carlo Rubbia e Paolo Nespoli. Un riconoscimento ambìto arrivato anche a Nicolò Amos Varlotta con, come si legge nell’invito inoltratogli dalla presidente dell’Accademia, «..i sensi della più alta stima e considerazione».
Un riconoscimento che lo iscrive nell’elenco dell’Ordine dei Senatori dell’Accademia al numero 908.
Le parole di Nicolò
«Non ho provato una sola emozione ma molte tutte insieme – ha confidato Nicolò Amos dopo aver ricevuto il riconoscimento – contentezza, felicità, anche ansia. Un attestato che non mi aspettavo – ha confidato – infatti pensavo di andare a Firenze per un premio destinato a mio padre. Quando invece hanno chiamato me, il cuore mi batteva molto forte».
Per ora i prossimi progetti di Nicolò, in collaborazione con il papà, sono continuare la serie “I tesori di…” in tutte le regioni d’Italia. «Ma anche – aggiunge – diffondere attraverso i canali social le mie passioni: oltre a metal detector e pesca magnetica – sottolinea – mi riferisco alle tecniche di sopravvivenza in natura».