Tutto esaurito per la seconda tappa nicese di Attraverso Festival, che ieri sera (giovedì) ha portato sul palco di Nizza Monferrato lo storico Alessandro Barbero, divulgatore molto noto anche in televisione.
Il tema
Il tema centrale è stato il mito dello ius primae noctis, il presunto “diritto” dei feudatari a trascorrere la prima notte di nozze con le spose dei propri sudditi. «Un’idea truce che a noi fa inorridire – ha spiegato Barbero – ma che in realtà non è mai esistita. Nessuna legge, nessuna consuetudine medievale ha mai codificato una pratica simile».
Lo storico ha ricordato come la leggenda si sia diffusa nei secoli successivi, alimentata da letteratura, teatro e cinema. Dai libretti settecenteschi come “Le nozze di Figaro” ai bestseller moderni come “La cattedrale del mare” di Falcones, fino a film di culto come “Braveheart”, lo ius è diventato un potente espediente narrativo, utile a rafforzare l’idea di un Medioevo oscuro e brutale.
«È uno spunto formidabile per romanzieri e sceneggiatori – ha sottolineato – ma guai a prenderlo sul serio: è pura invenzione».
I riferimenti alla storia locale
Non sono mancati i riferimenti alla storia locale. Barbero ha citato il poema nicese dell’abate Giulio Cesare Cordara (1775), che racconta la nascita di Nizza e l’indole battagliera dei monferrini, pronti a ribellarsi ai feudatari proprio a causa dello ius primae noctis. «Cordara credeva di raccontare una tradizione – ha detto Barbero – ma la documentazione più vicina (quella di Ocerio Alfieri, ndr) ai fatti dice altro: Nizza nacque nel 1224, dopo una sconfitta subita dagli astigiani, quando gli alessandrini spostarono contadini e famiglie in un nuovo centro abitato. Altro che feudatari sterminati dai ribelli».
Ocerio Alfieri, decisamente più contemporaneo ai fatti della nascita di Nizza, è la fonte più plausibile nella ricostruzione dei fatti.
Dall’abate Cordara al canonico Schiavina di Alessandria (tra Cinquecento e Seicento), il mito dello ius ha trovato terreno fertile, soprattutto quando ormai le rivolte contadine non erano più immaginabili. «Era inconcepibile, per gli uomini della Controriforma, pensare che i contadini potessero alzarsi in armi – ha osservato Barbero – e così le cronache trasformano un normale processo di insediamento in un racconto eroico e sanguinoso».
Con la sua consueta ironia, Barbero ha concluso sulla documentazione sottolineando come la letteratura medievale fosse sì piena di racconti licenziosi, ma mai di storie costruite intorno a un presunto ius primae noctis. «Certo che i nobili andavano a letto con le contadine – ha chiosato – ma non esisteva nessuna legge che lo sancisse. Nemmeno una volta. Mai e poi mai».
La dimostrazione
«Ora voi potreste fidarvi delle documentazioni che vi ho esposto, ma voglio anche dimostrarvelo – scherza Barbero – è come se davanti a Don Rodrigo, l’antagonista dei “Promessi Sposi”, Renzo, Agnese e Lucia e compagnia dicessero: ora torniamo a casa, prendiamo falce e schioppo e andiamo a rivoltarci al castello di Don Rodrigo. Ma all’epoca del Manzoni non si faceva più ed era quindi incomprensibile».
Ma non è l’unico esempio. Anche nel carnevale di Ivrea è la bella mugnaia che si ribella ai feudatari proprio per lo ius primae noctis. «E infatti si chiama Violetta – aggiunge lo storico – e io in 10000 documenti medievali analizzati non ho mai visto una che si chiamasse Violetta».
Chiaramente non si deve essere scettici nei confronti delle credenze popolari, possiamo chiamarle tradizioni, ma nei fatti, questa pratica non è mai esistita.
Il legame con Nizza Monferrato
Al termine della serata, abbiamo avvicinato Barbero per domandargli se era la prima volta che partecipava ad un evento a Nizza Monferrato. «Non lo so, ma non credo», risponde. «Se non ricordo male ci sono stato 27 o 28 anni fa per qualche riconoscimento, ma non ricordo di preciso. Questi ovviamente sono posti bellissimi, poi io da piemontese mi sento a casa mia in qualsiasi angolo della regione. Con il pubblico c’è stato feeling, giusto per usare una parola inglese anche se non mi piace, però riesce sempre a scattare qualcosa. Per me sono esperienze bellissime».