Tema della serata: la rivoluzione delle famiglie. Non ha lasciato indifferente il pubblico il suo intervento su un argomento tanto delicato
Il politologo Paolo Magri ha inaugurato Passepartout, sabato scorso alle 18, passando il testimone a Nichi Vendola, il primo degli incontri del “dopocena” del Festival organizzato dalla Biblioteca Astense con la direzione scientifica di Alberto Sinigaglia, dedicato al tema “1917 – 2017: Rivoluzioni!” e in programma fino a domenica 11 giugno.
Tema della serata: la rivoluzione delle famiglie. Non ha lasciato indifferente il pubblico il suo intervento su un argomento tanto delicato.
L’ex governatore della Puglia ha iniziato il suo discorso spiegando come abbia difficoltà a riconoscersi nel lessico della vita pubblica di oggi che gli appare come un talk show permanente che usa toni violenti. Toni che sono, secondo Vendola, ingrediente del populismo insieme al rifiuto della nozione di complessità del mondo, come se questo fosse una questione semplice e di facile lettura.
Per affrontare l’argomento della serata, Vendola parte dalla rivoluzione delle donne e di tutte le conquiste che nel corso della storia si sono guadagnate per liberarsi da quel ruolo che conferiva loro pura funzione procreante e di cura.
Un percorso lungo, quello dell’emancipazione femminile, che vide uno dei suoi precursori nell’on. Salvatore Morelli. Citato da Vendola, fu «il primo parlamentare italiano a proporre nel 1867 un progetto di legge per il riconoscimento dei diritti civili e politici delle donne». Tra le sue proposte, che all’epoca non trovarono accoglimento, dunque il diritto al voto per le donne e la cancellazione dell’autorizzazione maritale.
Per Vendola, «il rischio della distruzione della famiglia» è sempre stata nella storia, l’obiezione mossa verso ogni cambiamento che procedesse verso l’emancipazione e verso una famiglia che non fosse prevalentemente luogo di contratto.
Analizzando la successiva storia del ‘900 Nichi Vendola ha osservato che il femminismo è legato alla rivendicazione dei diritti gay. «E’ nel 1969 nel bar gay Stonewell di New York che le cose cambiano definitivamente. Tutte le sere la polizia compiva incursioni e massacrava chi lo frequentava. Il 28 giugno reagirono e ci furono i primi scontri con la polizia. Quel giorno è rimasto ucciso per sempre quello sguardo ferito e umiliato che i gay prima d’allora avevano. Inizia la storia del Pride».
Due esempi di rivoluzione. E oggi? Oggi è sotto gli occhi di tutti la pluralità delle relazioni familiari e il relatore pone alcune questioni al centro del suo intervento. Come considerare le famiglie omogenitoriali, senza figli, composte da persone risposate, monoparentali?
Secondo Nichi Vendola occorre riconoscere la molteplicità delle relazioni che chiamiamo famiglia.
L’ex Governatore ha poi parlato delle critiche che non gli sono state risparmiate, in particolare dopo che è diventato padre: «Nel mio caso, qualcuno ha detto che dovrebbero arrestarmi nel nome dei diritti del bambino. Pensate a un bimbo concreto a cui vogliono arrestare il papà. A volte si vive sacrificati a un codice etico che precede la vita vera, ma le rivoluzioni dimostrano che la storia è un processo continuo».
Alessia Conti