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Coffano Ottavio
Cultura e Spettacoli
Arte

A Torino la mostra permanente con le scenografie di Emanuele Luzzati e Ottavio Coffano

Sarà inaugurata il prossimo autunno nella nuova sede del liceo coreutico Germana Erba di Torino

Sarà inaugurata il prossimo autunno una mostra permanente a Torino, all’interno di una scuola teatrale, che racchiuderà scenografie d’autore.
La scuola è il liceo coreutico Germana Erba, precisamente la nuova sede di via Moncalieri dove da Teatro Nuovo, in fase di riqualificazione, l’istituto ha dovuto spostarsi. Gli scenografi sono il genovese Emanuele Luzzati, discendente da una famiglia ebraica i cui genitori, durante la guerra, si rifugiarono in una cascina di Calosso, e l’astigiano Ottavio Coffano.
«Ho appreso di questa iniziativa solo qualche giorno fa, sfogliando le pagine del “Corriere della Sera” – commenta Coffano – ne sono rimasto stupito ma, soprattutto, è stata una notizia che mi ha fatto molto piacere. Quando poi ho letto che il mio nome era affiancato a quello di Luzzati, mio Maestro e tra i più grandi scenografi del Novecento, ho provato un doppio piacere».

Il commento di Ottavio Coffano

Sicuramente una soddisfazione, anche per il grande e reciproco affetto che ha accompagnato per tutta la vita Luzzati e Coffano, di nuovo fianco a fianco in questa esposizione. «Nutro una grande riconoscenza verso Luzzati con cui iniziai a lavorare per puro caso», ricorda Coffano. «Erano gli anni Sessanta e al Teatro Gobetti Emanuele Luzzati, che stava preparando le scenografie per “Cesare e Cleopatra” di George Bernard Shaw, si trovò ad aver bisogno di un aiutante».
Cercava uno studente con un po’ di esperienza, possibilmente dell’ultimo anno di Accademia. E così, a ventidue anni, Coffano iniziò una collaborazione che durò oltre dieci anni, si trasformò in profonda amicizia e gli permise di fare esperienza e di conoscere registi famosi in tutto il mondo. «Sono stato fortunato ad aver incontrato una persona meravigliosa come lui. Era generosissimo, umile, timido, a volte persino troppo», ricorda Coffano. Per poi raccontare un aneddoto. «Una volta, al Teatro Alfieri, non riconoscendolo gli dissero che per entrare doveva fare il biglietto e lui non osò dire che era lo scenografo dello spettacolo».
I pezzi che andranno a costituire la mostra sono porzioni di scenografie usate e poi rimaste accatastate per anni nei magazzini del Teatro Nuovo. «Difficilmente le scenografie si possono riutilizzare – conferma Coffano – a volte ci si può dipingere sopra e dare loro nuova vita, ma, solitamente, vengono smontate e buttate via o, al limite, conservate da qualche parte».

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