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Il cinema di Pastrone, cento anni dopo con la musica dal vivo
Cultura e Spettacoli

Il cinema di Pastrone, cento anni dopo con la musica dal vivo

Se Vittorio Alfieri è l'astigiano più noto e celebrato al mondo, chi è il secondo in classifica? Livio Musso non ha dubbi: è il produttore e regista Giovanni Pastrone, pioniere del cinema cui

Se Vittorio Alfieri è l'astigiano più noto e celebrato al mondo, chi è il secondo in classifica? Livio Musso non ha dubbi: è il produttore e regista Giovanni Pastrone, pioniere del cinema cui si deve il monumentale "Cabiria". Per onorare i 100 anni della pellicola, l'associazione Terra e memorie propone a partire da mercoledì, ore 21,? un ciclo di proiezioni a ingresso gratuito nella sala che porta il nome di Pastrone.

Il primo film in calendario è Addio Giovinezza, pellicola del 1918 diretta da Augusto Genina e prodotta dalla Itala Film, casa cinematografica torinese fondata da Pastrone. «E' il secondo astigiano nel mondo ?- spiega lo scrittore e regista Musso -?, una figura cui abbiamo dedicato dodici anni di attività con gli appuntamenti di Cartapesta, lenzuola e manovelle. Il nostro sogno era di far conoscere Cabiria e il suo autore agli astigiani, e oggi possiamo dire di esserci riusciti.» La proiezione di mercoledì sera sarà un evento capace di trasportare il pubblico nelle atmosfere del cinema degli esordi. "Addio giovinezza", con quasi cento anni di storia alle spalle, appartiene all'epoca del muto, quando i dialoghi erano riportati su cartelli tra una sequenza e l'altra. La colonna sonora, al contrario, ci sarà: l'accompagnamento dal vivo sarà a cura di Stefano Maccagno, pianista, mentre la responsabile della Cineteca del Museo Nazionale del cinema, Claudia Gianetto, terrà un'introduzione critica della rassegna.

Maccagno suonerà anche giovedì sera alle 21 per la proiezione del film "Il padrone delle ferriere", altra pellicola prodotta dalla Itala Film Torino, risalente al 1919. Gli appuntamenti con "100 Cabiria" proseguono la prossima settimana con il drammatico "Ma l'amor mio non muore", uscito nel 1913 per la regia di Mario Caserini, mentre a concludere il ciclo di pellicole, giovedì verrà proiettato "Cabiria" in un'edizione rivista e sonorizzata sotto le direttive dello stesso Pastrone. I quattro appuntamenti sono stati preceduti nelle scorse settimane da un incontro che ha festeggiato anche i dieci anni del busto in bronzo raffigurante il regista astigiano. Era il 2004 quando, su iniziativa dell'associazione Terra e memorie, veniva posta all'ingresso di Sala Pastrone l'opera scultorea, realizzata da Raffaele Mondazzi. «L'allora sindaco Vittorio Voglino accolse la nostra proposta ? racconta Livio Musso ? e in poco tempo lo scultore realizzò il busto a partire da una singola foto che ritrae un accigliato Giovanni Pastrone.»

Il suo sguardo severo osserverà ancora per lungo tempo il pubblico astigiano che va a prendere posto in sala. «Oggi chiamiamo "Saletta Cabiria" lo spazio che introduce al cinema, ma l'intitolazione non è ancora ufficiale», sottolinea Musso, che qui ha curato l'allestimento di alcune memorabilia: foto di scena, manifesti, locandine per lo più incentrate su quel kolossal ante litteram che aveva radici ben piantate ad Asti.

Enrico Panirossi

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