Il libro “Addio alle colline – Storie tra il Roero e Torino” (arabAFenice edizioni, 14 euro), scritto da Giuseppe “Mino” Gallo, trascende il mero racconto biografico per diventare una commovente meditazione sull’identità e sul potere incrollabile del ricordo. Non si tratta soltanto del ritratto di un mondo oggi svanito, ma è soprattutto l’intima e profonda storia della madre dell’autore, Elsa, una figura femminile che attraversa le epoche cruciali del fascismo, della Seconda Guerra Mondiale e del dopoguerra. La narrazione affonda le sue radici nell’essenza del Piemonte più rurale, nelle colline agricole del Roero, a Vezza d’Alba, luogo di nascita di Elsa.
La vita qui è dipinta con pennellate di verità brutale: un susseguirsi di fatiche, tribolazioni e perdite. La morte prematura della madre, Caterina, lascia un vuoto incolmabile che costringe la famiglia di Elsa a una precoce e dolorosa maturità. Eppure, è in questo contesto di difficoltà che si forgia la resistenza indomita della famiglia, unita nell’intento di costruire un futuro più solido per le generazioni a venire. È un inno alla forza che nasce dall’unione e dal sacrificio. Elsa si muove in questa realtà intensa, profondamente legata alla sua terra, alle amate colline.
La storia raggiunge un culmine emotivo nel momento del distacco, il trasferimento nella grande città, in una Torino dilaniata dalle ferite del conflitto, ma protesa verso un futuro di modernità, industria e lavoro. È qui che il libro svela il suo messaggio più potente e universale: l’impossibilità di recidere il legame con le proprie origini. Nonostante Elsa trovi l’uomo con cui condividerà la vita nella metropoli, l’autore non lascia dubbi sul fatto che una parte essenziale di lei non abbia mai lasciato il suo Roero. Infatti le colline di Vezza non sono un luogo del passato, ma una componente viva e pulsante del suo spirito e del suo presente.
Questi ricordi, onesti e vividi, sono il patrimonio emotivo che il figlio, oggi narratore, trasmette con una delicatezza toccante. I quaderni ingialliti della madre, utilizzati come testimonianza reale dell’educazione scolastica di allora (dove non si contano le volte in cui i bambini venivano indottrinati a suon di esercizi ad avere fede in Dio, ma soprattutto nel Duce), conferiscono al racconto un’autenticità struggente. I ricordi delle passeggiate al Santuario della Madonna dei Boschi, dei giochi, del lavoro in vigna sono rimasti ben salde in Elsa e sono diventati parte integrante e fondamentale della vita dello stesso dottor Gallo, per anni veterinario dell’Asl, oggi in pensione, molto conosciuto a San Damiano d’Asti dove vive con la famiglia in frazione San Giulio.
Attraverso le vicende di Elsa, “Addio alle colline” si configura come un atto d’amore verso la memoria familiare e un monito commovente sul valore inestimabile delle nostre radici. È anche un invito a riscoprire quella parte di storia più grande, del nostro Piemonte, che pulsa ancora nei ricordi tramandati. La narrazione di Giuseppe Gallo ha il “sapore” di una lacrima silenziosa e ci rammenta che, per quanto lontano si viaggi, l’anima sussurra sempre il nome della terra che l’ha generata.
Il libro, che sarà presentato dopo le feste a San Damiano, può essere ordinato in tutte le librerie, acquistato nella cartolibreria della cittadina e, fra pochi giorni, anche sul sito della casa editrice.