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Africa Unite: “Siamo felici di portare un po’ di musica”

Le loro atmosfere avvolgenti hanno animato il cortile del Michelerio. Duplice l’occasione: i 40 anni dalla scomparsa di Bob Marley e il compleanno della band

I ritmi in levare e le atmosfere avvolgenti degli Africa Unite hanno animato la serata di venerdì scorso, nella cornice del cortile del Michelerio. Occasione i “Talk della Barbera” a cura del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato con un importante gruppo di partner, enogastronomici e non solo, all’interno del vasto calendario della 55esima edizione della “Douja d’Or”, capofila la Camera di commercio di Alessandria-Asti.
Deliziati i sensi con i piatti della cena accompagnati dai vini del territorio, era duplice l’occasione musicale da celebrare: i 40 anni dalla scomparsa dell’indimenticato musicista e songwriter Bob Marley, insieme al compleanno della band che, dal Torinese, ne ha seguito le orme creando la propria personale via al reggae italiano. «Il Piemonte non è solo grande per i suoi prodotti enogastronomici, ma anche per quelli artistici», ha rimarcato in apertura Filippo Taricco, patron del festival “Collisioni”, qui partner del Consorzio. «Ora ascolteremo quanto gli Africa Unite abbiano saputo invecchiare bene: proprio come la Barbera».

Il percorso artistico e i brani proposti

L’anno del quarantennale, per la band di Bunna e Madaski, è stato culmine solo in parte di un lungo percorso artistico che li ha portati a esibirsi a Negril (Giamaica) con Gregory Isaac, in Iraq, Palestina e Los Angeles nonché in molti festival in giro per l’Europa, collaborando con nomi del calibro Sergent Garcia e Kymani Marley.
Rallentata l’attività causa pandemia e rinviata l’uscita del nuovo album “Numeri” (poco male, sarà un quarantennale esteso), è già disponibile sugli store digitali il remake, risuonato e riregistrato di “People Pie”, loro album del 1991. «Non saremo la portata principale, ma siamo felici di portare un po’ di musica» ha ironizzato il cantante Bunna, dal palco, in apertura di un’esibizione-racconto lunga 40 anni di repertorio.
Intensa l’esecuzione de “Il partigiano John”, canzone la cui genesi affonda in una vicenda della Resistenza; melodica e ritmata, con la voce scura di Madaski a contribuire al groove, “Mentre fuori piove”. Difficile non farsi coinvolgere dai ritmi in levare, e infatti alcuni nelle prime file ballanovano. Accendini accesi per il dub di “Scegli”, indiavolata l’energia di “Ruggine”, grande riff di fiati per “Sui miei passi”, senza dimenticare l’accattivante “Uguale”. Dovuto, nel cuore della serata, l’omaggio a Bob Marley, che gli Africa Unite hanno portato in scena con il suo brano “Concrete Jungle”.

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