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Lorenzo Minguzzi quartet
Cultura e Spettacoli
Musica

Al Diavolo Rosso il Lorenzo Minguzzi quartet con “Songs”

Domani nuovo appuntamento della rassegna “Sotto le stelle del jazz… e non solo”

Domani (domenica), alle 21 al Diavolo Rosso di piazza San Martino, spazio al concerto “ardito” con il quartetto del chitarrista Lorenzo Minguzzi che proporrà brani del rock anni ‘70 e la dance degli anni ’80 con una lettura e una chiave interpretativa jazz.
La formazione  – composta da Lorenzo Minguzzi alla chitarra, Emanuele Francesconi al pianoforte, Davide Liberti al contrabbasso e Paolo Franciscone alla batteria  – proporrà il suo ultimo lavoro, intitolato “Songs”. E’ una raccolta di canzoni importate da generi vari e “pronunciate” con un linguaggio acquisito nel corso degli anni. Suonando principalmente il repertorio jazzistico, infatti, si addiviene ad una pronuncia che, se traslata su altri generi, imprime una caratteristica che fa apparire il repertorio scelto congruo e per nulla fuori contesto. “Songs” propone brani del rock progressive (come “I talk to the wind” dei King Krimson o “I Know what I like dei Genesis”), quindi “I will survive”, brano dance di Gloria Gaynor, così come “Just the way You are”, ballad di Billy Joel che viene adottata nel repertorio senza nessuna difficoltà. Si accostanoa questi pezzi anche dei brani originali, che suonati con la stessa intenzione non introducono nessuna dicotomia.

La rassegna

L’appuntamento fa parte della rassegna “Sotto le stelle del jazz… e non solo” che, prendendo spunto dal titolo di una famosa canzone di Paolo Conte, intende esplorare il variegato mondo del jazz, spaziando dalle proposte più classiche a quelle più ardite e sperimentali.
Nello specifico, in occasione del ventennale che cadeva l’anno scorso, quando è partita la rassegna, è stato aggiunto al titolo della rassegna la dicitura “E non solo”, per indicare il fatto che il programma è stato allargato ad altri generi musicali.
«È rimasto invece invariato – spiegano i promotori – il sottotitolo “…quante cravatte sbagliate….”, altra citazione dal brano di Paolo Conte che ironicamente enfatizza l’inadeguatezza di alcune musiche e dei loro esecutori rispetto alle situazioni “ufficiali”. È infatti adatto sia ai generi musicali che ai musicisti presenti nella rassegna. Convinti che, nell’atmosfera del Diavolo Rosso, che di “ufficiale” ha ben poco, queste proposte possano trovare la loro sede naturale».

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