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Cultura e Spettacoli
Cinema

Alla mostra di Venezia lo spot antipirateria di Giulio Ferrari

Bergamasco di origini astigiane, oggi presenterà il progetto nato nell’ambito del master alla Luiss business school di Roma

Evoca l’atmosfera elegante delle première cinematografiche, ma anche gli intrighi alla James Bond, lo spot contro la pirateria nel cinema che sarà presentato oggi (martedì) in occasione dell’evento “Record in your mind” alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Ad ideare il progetto Giulio Ferrari, bergamasco di origine astigiana, la cui famiglia è ancora molto legata alla città.
Giulio, è emozionato?
Molto, perché sarò chiamato a presentare il progetto in occasione di un importante evento per il mondo del cinema.
Come è nato?
Il progetto è nato nell’ambito del master in Produzione cinematografica e televisiva che sto seguendo dallo scorso gennaio alla Luiss business school di Roma, dopo essermi diplomato all’accademia di belle arti Naba di Milano.
Il professor Marco Spagnoli si è infatti reso disponibile ad organizzare un contest tra noi studenti per conto dell’azienda Control Cine Service, leader nel controllo e nel monitoraggio delle strutture cinematografiche e punto di riferimento per i servizi di sicurezza antipirateria. L’azienda – impegnata in particolare a garantire la sicurezza nelle sale durante eventi importanti, come anteprime e festival – aveva necessità di comparire in queste occasioni non solo con il proprio logo, ma anche con uno spot. Ho partecipato e la mia idea è risultata vincitrice, per cui l’ho sviluppata in un secondo momento con alcuni colleghi: Lorenzo Bagnato, Giacomo De Rita e Simona D’Aquila. Martedì interverrò quindi alla Mostra del Cinema per presentare il progetto.

Lo spot

Quando sarà realizzato lo spot?
Entro la fine dell’anno, ma non so ancora se nella versione corta o lunga.
Qual è stata la sua idea?
Lo spot è ambientato durante un’importante première cinematografica. Protagonista è un regista che deve presentare il suo ultimo film in anteprima, i cui movimenti sono seguiti da un’elegante e misteriosa donna che sembra voglia eliminarlo, prima avvelenandogli un cocktail, poi strozzandolo con un cavo d’acciaio. Ad un certo punto, senza farsi notare, riesce ad attaccargli alla giacca la coroncina di un orologio. Successivamente il regista si siede in prima fila per vedere il suo film e la donna misteriosa, al fondo della sala, attiva un orologio digitale – dopo la comparsa della scritta “Eliminare il target” – e la coroncina sulla giacca del regista lampeggia. Lo spettatore è indotto a pensare che voglia ucciderlo. Invece l’inquadratura cambia e si concentra sullo schermo della sala cinematografica, dato che la coroncina dell’orologio è dotata di una camera nascosta. Sullo schermo compare, allora, la scritta “La pirateria elimina il cinema”.
Alla fine la donna misteriosa riesce nel suo intento…
Sì, piratandogli il film.
L’idea, quindi, era intrattenere lo spettatore con un messaggio declinato anche in modo ironico e divertente, rievocando al contempo le atmosfere eleganti delle première cinematografiche e gli intrighi alla James Bond.

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