A Castelnuovo don Bosco e Moncucco la duplice mostra che ricorda Francesco Argirò, uno dei pittori più importanti del panorama artistico astigiano
«Il Monferrato nasce ogni mattina dai lievi vapori della notte che l’ammantano come a proteggere i rilievi, le cascine, le vigne dai grappoli che hanno cambiato colore…. Questa mattina il Monferrato è nato anche per noi, se sapremo meritarlo». Le parole sono quelle di Francesco Argirò, uno dei pittori più importanti del panorama artistico astigiano, scomparso nel 2002, cui è dedicata la mostra “Colline e Vigneti del Monferrato”.
Due le location che ospiteranno una selezione di dipinti: la Cantina Terre dei Santi di Castelnuovo Don Bosco (in cui si terrà la cerimonia di inaugurazione alle 16 di domani, sabao) e la Bottega del Vino di Moncucco Torinese. Ci sarà un mese per visitare la doppia mostra, che chiuderà il 30 settembre.
Argirò, nonostante fosse originario di Palmi, città della Calabria in cui nacque nel 1922, era innamorato dell’Astigiano e del suo territorio, che ha servito sia nella sua vita professionale che in quella artistica.
Ad Asti era arrivato nel 1960 per ricoprire il ruolo di direttore dell’Ente Provinciale per il Turismo. Un osservatorio privilegiato per visitare le perle dell’Astigiano in anni in cui ancora la vocazione turistica della provincia era tutt’altro che scontata. Lui ne fu un primo promotore e acceso sostenitore, senza dimenticare che qualunque promozione è valida solo se legata alla cultura. E non a caso, Argirò fu ideatore del Premio Asti d’Appello.
Ma il suo nome è legato a ben più ampia partecipazione alla vita cittadina: dal direttivo del Centro Studi Alfieriani, al Rotary Club di cui ha ricoperto la carica di presidente passando per il suo attaccamento al Palio, manifestato nella collaborazione in occasione di allestimenti promozionali all’estero della corsa di settembre e sempre suo è il quadro celebrativo di Santa Maria Nuova per il premio della miglior presenza del corteo storico del 1985.
Nella vita privata, l’omaggio alla terra astigiana passava attraverso il suo grande talento di pittore, coltivato dopo gli studi in Giurisprudenza. Pittura e disegno i suoi primi grandi amori che lo hanno portato a contatto con rappresentanti illustri della pittura italiana del livello di Carlo Levi, Giovanni Omiccioli, Eliano Fantuzzi, Giuseppe Manzone.
Parigi è stata la città in cui ha approfondito il suo studio sull’impressionismo che caratterizzerà tutte le sue opere successive.
Artista straordinariamente fecondo, Argirò ha riportato su tela colori, sfumature, suggestioni, serenità e genuinità di decine di scorci astigiani, in ogni stagione, con ogni luce.
Considerato uno dei più validi esponenti della pittura paesaggistica piemontese, Argirò ha portato le colline astigiane in giro per l’Italia e per il mondo, grazie alle sue numerose mostre.
Il libretto della mostra porta la firma, in presentazione, di Bruno Gambarotta.
Gli orari di visita seguono quelli di apertura della Cantina Terre dei Santi (tutti i giorni 8,30-12,30 e 14,30-18,30 mentre la domenica solo al mattino) e della Bottega del Vino (dal martedì alla domenica dalle 9 alle 19, lunedì chiuso).
Daniela Peira